Ricostruzione paleoclimatica degli ultimi 11.200 anni tramite lo studio di una carota di sedimento prelevata nell’offshore del Golfo di Palermo (Tirreno Meridionale)
- Authors: Caruso, A; Bonfardeci, A; Cosentino, C; Scopelliti, G; Sulli, A
- Publication year: 2013
- Type: Proceedings
- OA Link: http://hdl.handle.net/10447/102459
Abstract
Il presente lavoro riguarda lo studio di una carota di sedimento della lunghezza di 196 cm, prelevata nell’offshore del Golfo di Palermo (Tirreno Meridionale) ad una profondità di 990 m durante la campagna oceanografica PUMA 09 (MaGIC 2009). La carota è stata campionata ogni 2 cm e su ciascun campione sono state effettuate analisi sedimentologiche, micropaleontologiche (foraminiferi planctonici) e geochimiche (δ13C e δ18O). Le analisi degli isotopi stabili sono state effettuate sui gusci di Globigerinoides ruber. Le analisi granulometriche hanno evidenziato che i sedimenti sono costituiti da argille e argille siltose di colore grigio-bruno, con percentuali di fango superiori al 90%, mentre nel campione a 176 cmbsf è presente un picco del 18% di frazione sabbiosa. Le analisi quantitative sulle associazioni a foraminiferi planctonici hanno evidenziato differenze sostanziali lungo la carota. In particolare tra 196 e 176 cmbsf sono presenti elevate percentuali di N. pachyderma mentre G. ruber mostra valori medi del 12 %. Inoltre in questo segmento sono stati misurati i valori più elevati di d18O, tipici di acque fredde. Da 176 cmbsf compare G. truncatulinoides ed aumenta la percentuale dei Globigerinoides con le specie ruber e quadrilobatus, mentre le Neogloboquadrine diminuiscono drasticamente. Questa fase di miglioramento climatico è ben evidenziata dalla variazione del d18O. I dati ottenuti sono stati correlati con quelli pubblicati da altri autori per l’area del Tirreno Meridionale. Le correlazioni hanno evidenziato che i sedimenti della carota ricoprono gli ultimi 11.200 anni, con un tasso della velocità di sedimentazione di 18 cm/1000 anni circa. La base della successione studiata coincide quindi con la base dell’Olocene in corrispondenza del rapido riscaldamento climatico posteriore allo “Younger Dryas”. Questo trend di riscaldamento climatico si protrae fino a 9800 anni fa, quando ha avuto inizio un periodo caldo-umido (Optimum Climatico Olocenico) terminato 5000 anni fa. Questo intervallo è interrotto da un breve periodo freddo (8200 anni fa) ben evidenziato dall’aumento di N. pachyderma e G. scitula. L’Optimum climatico “caldo-umido” coincide con le maggiori abbondanze di G. ruber e G. quadrilobatus. Inoltre nella restante parte dell’Olocene le oscillazioni delle specie fredde e calde mettono in evidenza tre brevi periodi caldi (Minoico, Romano e Medievale) alternati a brevi fasi fredde, come per esempio l’ultima piccola fase glaciale (LIA). Le ciclicità riconosciute in Globigerinoides e Neogloboquadrina hanno una durata media di 1470±500 anni ben comparabile con i cicli sub-Milankoviani proposti da Bond et al. [1997]. Bibliografia Bond, G., Showers, W., Cheseby, M., Lotti, R., Almasi, P., de Menocal, P., Priore, P., Cullen, H., Hajdas, I., Bonani, G., (1997). A pervasive millennial-scale cycle in the North Atlantic Holocene and glacial climates. Science 278, 1257-1266.