Salta al contenuto principale
Passa alla visualizzazione normale.

ALFREDO CASAMENTO

Longe vehementissimus… adfectus: l’esperienza del pianto nell’eloquenza latina tra parola e immagine

Abstract

Fin da Aristotele le emozioni sono ‘arruolate’ alla causa della retorica, determinando una linea che farà da apripista alle esperienze successive, dalla Grecia a Roma. Proprio all’interno di un più generale interesse per il rapporto tra emozioni e retorica da una parte, tra parola e immagine dall’altra, si situa il pianto, oggetto, a Roma, di notevole considerazione. Le lacrime costituiscono infatti un elemento nevralgico dell’eloquenza latina: il potere del pianto appare costantemente ricercato, perseguito con cura, ma anche, per converso, temuto, e per questo messo alla berlina, demonizzato. Proprio questo rapporto, che permette tra l’altro di misurare la distanza tra la cultura antica e quella moderna, merita di essere approfondito alla luce del coinvolgimento tra più livelli sensoriali: le lacrime devono essere suggerite, evocate, fatte concrete attraverso il medium della parola e per mezzo di essa le loro multiple potenzialità dovranno essere trasferite alla pagina scritta. Un tour de force che mette alla prova l’oratore romano, seconda una prospettiva di cui ci si sorprende a cogliere la modernità.