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NATASCIA BARRALE

La letteratura tedesca nelle rassegne bibliografiche italiane tra le due guerre

Abstract

Parafrasando Contini e la sua definizione di «secolo di prosa» – riferita al XIX secolo – Giuseppe Langella (1982: 3) ha definito il Novecento, e forse non a torto, il «secolo delle riviste». Effettivamente, all’indomani della Grande Guerra, in un periodo ricco di nuove istanze culturali, novità politiche e cambiamenti legati al mondo intellettuale, il forte desiderio di uscire dalla tradizione si concretizzò in un proliferare di riviste d’arte, culturali e letterarie, di bollettini informativi e di rassegne bibliografiche. Su uno dei primi numeri de «I libri del giorno» lo scrittore Antonio Baldini, commentando la grande fioritura della stampa periodica italiana, canzonava quanti sembravano esser nati «col bernoccolo di fondatore di riviste letterarie» (Baldini 1920: 175). Era ancora il 1920 e Baldini, che a sua volta aveva appena fondato «La Ronda» con Emilio Cecchi e Riccardo Bacchelli, annotava alcune ironiche osservazioni su un fenomeno che, almeno per tutto il decennio successivo, avrebbe raggiunto dimensioni sempre più considerevoli