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MAURO ANTONIO BUSCEMI

Rosmini e Tocqueville. Le ragioni cristiane del liberalismo

Abstract

Pur essendo coeve, le biografie intellettuali di Antonio Rosmini e Alexis de Tocqueville non mostrano piena reciprocità di espliciti richiami bibliografici intercorsi tra i due. Il confronto diretto, non l’unico ma senz’altro il più approfondito, è stato operato da Rosmini limitatamente al libro della Democrazia in America pubblicato nel 1835. Il filosofo di Rovereto lo pone in risalto nella definizione di molti argomenti trattati nella Filosofia della politica del 1839 e, in seguito, lo riprende occasionalmente in altri suoi studi. Non risultano, invece, riferimenti da parte di Tocqueville a opere rosminiane. Fanno eccezione alcuni contatti epistolari avvenuti tra giugno e ottobre 1849 durante e dopo la Repubblica romana. Tocqueville, in quel momento ministro degli Esteri, scrive e consiglia a Francisque de Corcelle, ambasciatore francese presso la Santa Sede, di contattare Rosmini, conoscendone evidentemente il pensiero rispetto all’unificazione nazionale e al rapporto tra Chiesa e Stato. In questo volume si indagano i tratti problematici delle visioni ideologiche della modernità e, attraverso la critica dei due pensatori, se ne coglie la tensione perfettistica verso uno stato che si pretende perfetto, alla cui costruzione tutti sono obbligati a partecipare al di là delle diverse opinioni e scelte. Le elaborazioni politiche di entrambi, mettendo al centro la persona e le sue libertà, assumono quindi le caratteristiche dell’antiperfettismo, cioè della prospettiva teorica di fondo che si ravvisa comparando pensiero cattolico e spirito liberale in chiave politica.