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IGNAZIO BUTTITTA

L’immagine e/è il corpo. Statuto, spazi e funzioni delle immagini cultuali

Abstract

Attraverso le immagini, i segni incisi o dipinti, le forme scolpite o plasmate, si dà forma e si organizzano le idee e le concezioni del tempo e dello spazio, dei processi cosmici, della vita e della morte. Pertanto, anche volendosi limitare ad ascrivere alle espressioni artistiche della preistoria scopi prevalentemente magico-tecnici, si deve riconoscere a queste una funzione di controllo di forze e realtà esterne non “naturali”, che presuppone tanto la concettualizzazione di queste forze, quanto la rappresentazione intellettuale di un ordine complessivo del mondo esperito, in altre parole l’idea di un cosmo regolato da entità soprannaturali e trascendenti. D'altronde, come rilevato da un’ampia e accreditata letteratura, la nascita delle arti si connette a esigenze magico-religiose e alla necessità di rendere visibile l’invisibile al fine di poterlo “adorare” e “manipolare” nonché di poter istaurare con esso una comunicazione immediata e “in presenza”.