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IGNAZIO BUTTITTA

«E si dilacerò il pietoso velo»: storie, forme e politiche delle sacre rappresentazioni in Sicilia

Abstract

In Sicilia i riti pasquali presentano, da luogo a luogo, diversi caratteri (momenti cultuali, azioni performative, simbolismi rituali ecc.) che lasciano trasparire, con maggiore o minore evidenza, specifici retroterra storico- culturali e peculiari tradizioni religiose. In taluni casi, soprattutto nei centri rurali, certe sezioni dei riti sembrano più evidentemente sostenute da una visione del mondo e da istanze proprie delle culture agropastorali ed espongono simbolismi (fronde vegetali, orgiasmi alimentari, falò e processioni di torce, mascheramenti, corse e danze di fercoli e di fantocci giganti rappresentanti gli apostoli ecc.) che, richiamando l’esigenza di promuovere la renovatio temporis, rivelano il legame istituito a livello mitico «tra la riapertura del ciclo vitale significata dalla rinascita primaverile della natura e la vicenda esemplare di morte e resurrezione dell’Uomo-Dio». In altri casi, particolarmente nelle città e nei paesi più grandi, si osservano mo- menti che perpetuano o riprendono tradizioni medievali e barocche diffuse e sostenute dai regimi monarchici e da certi ordini religiosi, quali le solenni e composte processioni di confraternite e maestranze che accompagna- no grandi fercoli con gruppi statuari rappresentanti scene della Passione, generalmente dette ‹misteri›, ovvero la messa in scena, processionale o su palco, di episodi salienti della storia sacra con l’intervento di attori e di numerosi figuranti. Il saggio ripercorre la storia delle Sacre rappresentazioni in Sicilia e i più attuali risvolti sociali e politici di queste azioni performative collettive.