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ANGELA BADAMI

Palermo collaborativa

Abstract

La città di Palermo ha una vocazione multiculturale ed è luogo dell’integrazione e dell’accoglienza. Questa sua caratteristica è confermata dalla partecipazione attiva e propositiva alla redazione della “Carta di Palermo” del 2015 sui temi della mobilità umana internazionale da parte di numerose organizzazioni non governative e realtà associative, accanto alle istituzioni pubbliche. Palermo, come modello positivo di contaminazione culturale e di città collaborativa, lancia la proposta di andare oltre il permesso di soggiorno per approdare al concetto di “cittadinanza di residenza”, riconoscendo il diritto alla mobilità come diritto della persona umana. La migrazione non deve essere considerata un problema ma una risorsa: dalla valorizzazione delle differenze culturali emerge l’uomo-cittadino, un soggetto attivo in grado di dare valore alla comunità e al luogo in cui risiede. La conoscenza reciproca, la parità di trattamento, la partecipazione democratica, la governance condivisa sono i principi base della città collaborativa, una città capace di offrire a tutti i cittadini spazi e servizi necessari a coltivare relazioni sociali, ad alimentare il senso di appartenenza ad una comunità, ad accrescere l’identità singola e collettiva, a prendersi cura dei cosiddetti beni comuni, ovvero i beni pubblici con valore sociale.