Skip to main content
Passa alla visualizzazione normale.

ANGELA BADAMI

La città e il territorio di Alcamo : evoluzione e morfologia dell’insediamento

Abstract

Il ritratto della città e del territorio di Alcamo che emerge prepotentemente dalla sua storia, dal patrimonio storico e culturale, dal suo tessuto urbano, dalle analisi e dalle previsioni urbanistiche, restituisce l’immagine di un contesto urbano forte di un centro storico perfettamente riconoscibile e ampiamente integro, ancora vitale e generatore di una città dove si distinguono chiaramente le diverse fasi di espansione, i centri di aggregazione, le zone funzionali. Una città che ha alle spalle un territorio fertile, lavorato con cura nei secoli dai suoi abitanti, particolarmente vocato alla produzione vitivinicola di qualità e che l’ha resa celebre in tutto il mondo attraverso la D.O.C. del Bianco d’Alcamo. Una comunità attiva e proiettata verso lo sviluppo, sensibile da sempre ai fermenti culturali più innovativi e pronta a sperimentarli declinandoli secondo la propria identità, innovando la città con gli interventi di grandi personalità artistiche come Giacomo Serpotta, i Gagini, Guglielmo Borremans, che hanno lasciato ad Alcamo alcuni tra i loro più celebri capolavori, ma anche protagonisti del mondo dell’architettura e della cultura contemporanea come Paolo Portoghesi, Gae Aulenti e Anna Maria Fundarò, che hanno innestato nell’organismo storico nuovi linguaggi architettonici e urbanistici vivificandolo senza tradirlo, innovandolo senza mistificarne l’identità. Alcamo è, insieme, città storica e città contemporanea, un connubio essenziale per lo sviluppo di un insediamento urbano che, nonostante le problematiche evidenziate – ma del resto più o meno comuni a tutte le realtà siciliane –, può vantare risorse ambientali, culturali e soprattutto umane sulle quali basare il suo sviluppo futuro, fondato sulla matrice storica ma capace di traguardare nuovi orizzonti, prodotto di numerose riscritture che mai cancellano completamente il palinsesto urbano e territoriale. Ad Alcamo ben si adatta il celebre motto di Gustav Mahler, secondo cui la tradizione non è il culto delle ceneri ma la custodia del fuoco. E ad Alcamo arde ancora un fuoco potente: quello della volontà di futuro.