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SALVATORE ANSELMO

Legni mediterranei Simulacri intagliati nella Sicilia del Settecento

Abstract

Il volume esamina, per la prima volta, i simulacri lignei del Settecento custoditi nelle chiese, nei Musei Diocesani e nelle collezioni private dell’Isola. Sono opere che, a grandezza naturale e di forte impatto emotivo, furono commissionate da prelati, confraternite, devoti e nobili. Le sculture, alcune restaurate altre in cattivo stato di conservazione, sono state approntate, secondo la pertinente temperie culturale, da artisti siciliani e napoletani, talora su prototipi di manufatti presenti a Roma. Divulgatori della produzione artistica capitolina in Sicilia furono l’architetto Giacomo Amato, il pittore Vito D’Anna, gli scultori Giovan Battista Ragusa e Ignazio Marabitti, non a caso documentati nella Città Eterna. Alle opere di questi artisti, non a caso palermitani, si sono dunque ispirati alcuni scultori siciliani. Tra gli autori isolani indagati nel volume, dei quali è stato ampliato il corpus di opere con manufatti inediti, si citano i panormitani Lorenzo e Nicolò Curti, Francesco Sciambra, Pietro Marabitti, Antonino Barcellona e Filippo Quattrocchi, i trapanesi fra’ Benedetto Valenza, Rocco Jacopelli, Cristofo Milanti, Mario Ciotta junior, Giacomo Tartaglio, Vito Lombardo, Antonio, Francesco e Domenico Nolfo e Baldassare Pisciotta, l’acese Ignazio Castorina Canzirri e gli agrigentini Antonio La Bella e Antonino Lo Verde. Tra gli artisti partenopei, documentati peraltro in altre regioni d’Italia, come Puglia, Basilicata, Lazio, Sardegna e Calabria ma anche in Spagna, si annoverano i più noti Pietro e Gaetano Patalano, Nicola Fumo, Giacomo Colombo, Francesco Antonio Picano, Ursino e Nicola De Mari, Giovanni Colicci, Giuseppe Picano e, ancora, Pietro Padula, Gennaro e Gaetano Franzese, Gaspare Castelli, Lorenzo Cerasuolo e i Verzella. Gli scultori napoletani approntavano le effigi lignee nella città di origine, e poi, via mare fino ai porti e successivamente tramite le lunghe ‘trazzere’, le statue giungevano negli edifici chiesastici dove venivano collocate dopo piccoli interventi di restauro dovuti ai traumi del viaggio. Le sculture partenopee, molte delle quali presentate per la prima volta nel volume, sono le più espressive. La Sicilia, nel Settecento, si configura, ancora una volta, come fulcro e crocevia di istanze e tendenze culturali provenienti dagli altri paesi che si affacciano sul Mar Mediterraneo.