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EMANUELE ANGELICO

Riciclo degli scarti di lavorazione di materiali lapidei in ottica circolare in Sicilia: barriere, limiti, sperimentazioni

Abstract

Nel solco del tema generale ‘Sicilian Lithics’ tra patrimonio costruito e contemporaneità, il saggio propone alcune riflessioni sulla scorta della sempre più cogente necessità di diminuire l’impatto nel reperimento delle materie prime per l’edilizia, che incidono sulla produzione di CO2 per l’8% dell’intero sistema globale. Le possibilità tecniche e tecnologiche contemporanee offrono un variegato ventaglio di esperienze possibili, a partire da alcune pratiche sperimentali che vedono il riuso degli scarti lapidei in ricomposizioni di materiali derivati e geocompositi, le cui prestazioni sono del tutto paragonabili alle caratteristiche meccaniche dei materiali lapidei da costruzione ricavati da materie prime direttamente sottratte alla natura. Il diffusissimo uso del cemento dovuto alla prevalenza di strutture in calcestruzzo di cemento armato, pone il questo materiale al secondo posto fra quelli più usati al mondo dopo l’acqua; tale trend è destinato a crescere vertiginosamente entro il 2050, dal momento che si deve necessariamente trovare una battuta di arresto o una diminuzione drastica nel suo uso con materiali che possano in parte compensarlo, se non sostituirlo in futuro. Il nostro continente, attraverso alcuni sostegni finanziari fra cui le New European Bauhaus Facility, è pronto a formulare scommesse imprenditoriali in tal senso, ma a sta noi coglierne l’opportunità delle verifiche e delle sperimentazioni e non ultime delle applicazioni per le rigenerazioni urbane e le riattivazioni economiche locali. Attraverso l’uso di tecnologie innovative e di transizione ecologica sempre più sostenibili si otterrebbe uno sgravio di CO2 per le filiere di sistema. In questa ottica, alcune ricerche e sperimentazioni dimostrano che gli scarti lapidei (cospicui nel territorio siciliano), frantumati o polverizzati, con l’aggiunta di opportuni leganti, consentono di ottenere buone miscele composite, le cui caratteristiche meccaniche sono assai soddisfacenti. Attraverso un’analisi del “ciclo delle 8R”, si è inteso ricucire il percorso in termini locali e territoriali, immaginando nuove pratiche e processi produttivi per economie di sostegno possibili. Nello specifico del territorio siciliano, dove i rifiuti e residui di cava sono molto importanti e dove la forte presenza di polveri e residui di parossismi vulcanici (sempre intesi come scarti) è continua, si potrebbe delineare un diverso uso degli scarti stessi e riconoscerli come ‘risorsa’, ovvero intenderli come ricchezza generativa di diversi processi industriali e produttivi, che potrebbero costituire un volano per un territorio economicamente depresso. In conclusione il contributo, attraverso il riferimento ad alcune esperienze, intende contribuire a promuovere una linea di ricerche sperimentali che addivengano alla determinazione dell’importanza del riuso degli scarti lapidei presenti in Sicilia, che, possano generare prodotti dalle adeguate caratteristiche meccaniche, fisiche e termiche nel rispetto di una economia circolare attiva e propositiva.