E forse fu per gioco o forse per amore…
E forse fu per gioco o forse per amore….
Lucio Dalla ricordato a 10 anni dalla morte… “a modo mio”
Mariangela Sciandra, Ornella Giambalvo, Irene Carola Spera
I legami fra la musica e la matematica sono ben noti e nel tempo si sono spinti anche alla geometria nella ricerca delle simmetrie, al concetto di inverso usato da Bach per il suo canone, ecc.
Poco noti invece sono i legami fra la musica e la statistica. Ma cosa è un accordo se non una combinazione di note? E cosa è una canzone se non la realizzazione di un campione “non casuale” di parole e un campione, spesso casuale, di note?
A 10 anni dalla scomparsa di Lucio Dalla abbiamo voluto offrire un tributo alla sua produzione musicale traendo dalle sue canzoni – intese come le intendeva lui: un unicum di musica e parole – un file rouge che leghi la sua produzione nel tempo, il suo linguaggio poetico e spesso profetico e il suo modo di intendere, di vivere e dunque di cantare la vita.
Nessuna esegesi dei testi o commenti legati agli aspetti musicali perché non siamo esperte e, inoltre, perché in letteratura ve ne sono di molto autorevoli, fedeli ed esaustivi. Solo un ricordo usando il linguaggio e gli strumenti che conosciamo meglio, quelli della statistica. Un ricordo… “A modo mio!”
È un “gioco” che permette di fra comprendere come la Statistica possa essere utilizzata per indagare tutti gli aspetti dell’umano, ma è soprattutto un atto di “amore” verso un artista geniale e profondo e verso un uomo generoso e geniale. Con l’auspicio che un giovane che non lo ha conosciuto “musicalmente” possa avvicinarsi a questo artista e scoprire le molteplici perle del suo vasto repertorio.
Abbiamo preso come riferimento 35 album per un totale di 273 canzoni che vanno dal 1966 al 2012. Abbiamo inserito anche alcuni inediti pubblicati postumi, fino al 2021.
Una prima analisi individua, attraverso l’uso degli streams effettuati dagli utenti sulla famosa App musicale Spotify, la popolarità delle sue canzoni restituendo la classifica delle 10 canzoni di Lucio Dalla più ascoltate:
È morto troppo presto però è morto da vivo. E non poteva essere altrimenti. Dalle sue canzoni in modo trasversale lungo la sua carriera, infatti, traspare nettamente il senso del tempo vissuto nel presente e proiettato nel futuro, senza limiti spaziali.
In quasi 100 canzoni si parla di mare (91), di stelle (73), di luna come ad indicare un infinito che nelle sue opere è ricerca, ma anche ancoraggio della sua fede vissuta come certezza dubbiosa. Se ne parla utilizzando avverbi temporali e immagini futuristiche che descrivono un’umanità in movimento tra terra, mare e cielo, pronta a camminare nella notte, a guardarsi negli occhi, a toccarsi con le mani per sentire il battito del cuore, il segno tangibile della vita e dell’amore. L’unico messaggio che lega tutto e tutti e che, non a caso ma per un’evidenza statistica, si trova al centro delle parole utilizzate in ben 113 canzoni.
Amore per la pace (Henna); amore per la musica (Canzone, Tutta la vita) amore cercato (Anna e Marco); amore nascosto (Chissà se lo sai); amore violato (Il gigante e la bambina); amore immaginato (La casa in riva al mare); amore doloroso (Quale Allegria); amore speranzoso (Futura); amore tradito (Meri Luis); amore in attesa (Cara); amore impossibile (Caruso); amore pieno (Stella di mare); amore dichiarato (Tu non mi basti mai); amore per gli animali (cani, rondini, aquile, pesci o il cavallo Ribot)...
Ma qual è il sentimento che prevalentemente trasmettono le sue canzoni? Gli indicatori statistici calcolati mettono in luce come la sua produzione sia molto diversificata: a fronte di un gruppo di tracce musicali altamente positive, possiamo contrapporre canzoni che trasmettono disagio, malumore e, nella forma più estrema, rabbia. Di seguito riportiamo le Top Ten per “Indice di Gioia” e “Indice di Rabbia”. Si nota che non sono canzoni molto popolari (tranne la versione spagnola di Canzone) e soprattutto sono distribuite lungo tutto l’arco temporale della sua carriera a dimostrazione dell’imprevedibilità della sua produzione e del suo essere eclettico, sempre in sintonia con il tempo vissuto.
Se volessimo raggruppare l’intera discografia di Lucio Dalla attraverso le caratteristiche musicali potremmo identificare tre raggruppamenti principali in cui si distribuiscono le tracce (in particolare abbiamo 98, 86 e 89 canzoni rispettivamente nei tre gruppi).
Le 98 canzoni del primo gruppo sono caratterizzate da acustica non troppo elevata, alta danzabilità, energia e vivacità. Di esse fanno parte Attenti al Lupo, L’anno che verrà; Futura.
Le 86 canzoni del secondo gruppo sono caratterizzate da alti valori di acustica, forte presenza di strumentalità e vivacità. Di esse le più famose sono: Caruso, Le rondini, Itaca.
Le 89 canzoni del terzo gruppo sono caratterizzate da bassa acustica e basse strumentalità e vivacità ma, nonostante ciò, alta danzabilità. Di esse non possiamo dimenticare: La casa in riva al mare, 4 marzo 1943, Come è profondo il mare.
La produzione di Dalla non può fermarsi a queste prime analisi. Saranno presi in considerazione altri aspetti del suo essere idealista che canta delle vere e proprie favole (il coyote; merlino e l’ombra; l’anno che verrà; attenti al lupo; stornello; il mago pipopo’) o il suo essere geniale anche nell’uso della sillaba (fumetto, pezzo zero; Tania Delcirco; La borsa valori, misterioso) e non ultimo la sua profonda fede in un Dio che … vede il mondo da vicino (non andar più via, siamo dei; se io fossi un angelo, ecc.).
Infine, solo a conferma del suo essere profetico e moderno, in questi tempi bui che abbiamo vissuto e che forse ancora vivremo, fra pandemia e scenari di guerra, ci piace ricordare che più di quarant’anni fa scrisse “si esce poco la sera compreso quando è festa e c’è chi ha messo dei sacchi di sabbia vicino alla finestra”; e, sempre più di quarant’anni fa, una notte al checkpoint Charlie a Berlino scrisse e immediatamente cantò: “chissà…. i russi, i russi, gli americani, no lacrime!”.
Parole ahinoi ritornate attuali fra lo stupore di tutti… Ma non del grande Lucio!