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CONVEGNO/"Antonello, Genio del Rinascimento"

24-giu-2014

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Una conferenza dal titolo: “Antonello, Genio del Rinascimento” avrà luogo venerdì 27 giugno, alle 16.30, nella Sala Magna dello Steri e sabato 28 giugno, alle 10, nella sala Conferenze de “Il Vestito Nuovo” onlus, in via Badia, 259 a Palermo. Nel corso delle due giornate verranno presentati gli studi effettuati da un gruppo interdisciplinare di studiosi sull'Annunziata di Antonello da Messina, già oggetto di una conferenza lo scorso anno presso l'Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles, ed ora arricchiti da nuove indagini ed approfondimenti. Attraverso una lettura alternativa del corredo di segni e simboli dell'opera, si getta una nuova luce sulla figura dell'artista messinese che anticipò i tempi, dando inizio ad  una rivoluzione pittorica che diventerà il punto di riferimento per l'Arte del Rinascimento. Dopo i saluti del Magnifico Rettore Roberto Lagalla e del direttore Generale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana Salvatore Giglione, prenderà il via la conferenza. Introdurrà Gioacchino Barbera, direttore del Museo di Palazzo Abatellis, Mauro Lucco, storico dell’arte, introduce Antonello da Messina, Giovanni Taormina, restauratore e studioso, autore degli studi “Il Mistero Svelato” Maria Giuseppina Mazzola, docente presso l'Ateneo palermitano “Il ritratto di Haus” Giuseppe Salerno, esperto in diagnostica per immagini applicata all'Arte Franco Fazzio, restauratore, stato dell’opera. Modera il giornalista della Rai, Giovanni Taormina.

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"Il Mistero Svelato", le ultime ed inedite interpretazioni del dipinto "L'Annunciata" di Antonello da Messina

Ecco i principali nodi sciolti da questo studio interpretativo dell’opera: Maria ha dinanzi un Magnificat Per anni si è cercato di capire cosa rappresentassero i segni posti dall’artista messinese sul libro dinanzi alla Madonna. Analizzando i punti in rosso cinabro sono emersi significativi risultati. In particolare il simbolo più evidente rappresenta un carattere onciale e cioè un tipo di scrittura adoperata in codici vergati per i titoli, le rubriche, gli incipit o gli explicit impiegati solitamente nei manoscritti dell’epoca come capolettera di un capitolo o di un paragrafo. Si è riusciti ad individuare in quel segno una “M”, in particolare una M di Magnificat. Le scritte in nero sul foglio, inoltre, evidenziano residui di alcune lettere che dovevano comporre alcune frasi iniziali del Magnificat “anima mea Dominum, et exultavit spiritus meus in Deo salutari meo”. Una nuova rappresentazione dello Spirito Santo sotto forma di vento E’ la prima volta che si parla della presenza dello Spirito Santo nell’opera dell’Annunciata. Un argomento che non era mai stato trattato e che per primo Giovanni Taormina ha portato alla luce. Lo stesso Prof Mauro Lucco ha voluto valorizzare questa scoperta pubblicamente, complimentandosi con l’autore nel corso della serata evento organizzata all’IIC di Bruxelles. In sostanza nell’Annunciata di Palermo si puo’ notare che le pagine del libro dinanzi alla vergine sono come sollevate da un soffio di vento. Secondo Giovanni Taormina e il gruppo interdisciplinare che ha compiuto questi studi, quel vento rappresenta il soffio generante e ispiratrice dello Spirito Santo. Tra le varie spiegazioni c’è quella etimologica. La parola spirito in ebraico si traduce ruach, che nel suo senso primario significa soffio, aria, vento, respiro. Dal greco traduce pneuma (da pneo) e cioè soffiare, respirare, ricevere vita. (Theopneostos tradotto letteralmente soffiato da Dio, emessa dal respiro di Dio).

Chi è l’Annunciata di Palermo? Smentita la raffigurazione di Smeralda Calafato Secondo alcune ipotesi la giovane ritratta da Antonello sia Santa Eustochia Calafato (al secolo Smeralda), nata a Messina nella stessa epoca di Antonello. Il gruppo interdisciplinare di studi coordinato da Giovanni Taormina ha, quindi, provveduto a identificare i resti mummificati, che si attestano essere di Smerala. Si è valutata quindi la possibilità di ricostruirne il volto e tentare il confronto, attraverso una serie di indagini comparate tra la mummia ed il dipinto dell’Annunciata. Per la mancanza di alcune autorizzazioni, pero’, tali approfondimenti non sono stati ancora eseguiti. Grazie ad alcune analisi svolte da uno specialista in chirurgia estetica sul volto della vergine e l’età della Calafato al momento della realizzazione dell’opera, è stato comunque, possibile asserire che l’ipotesi che vuole Smeralda Calafato come colei che avrebbe posato per la realizzazione dell’Annunciata, non trovi conferma. Confronto tra l’Annunciata di Palermo e l’Annunciata di Monaco: la prima ha già Gesù in grembo Le due opere sono state confrontate con l’obiettivo di far emergere nuovi indizi a supporto di una migliore comprensione del significato dell’Annunciata di Palermo. Da questo confronto è emerso che l’Annunciata di Monaco è stata rappresentata da Antonello in un momento in cui non si è ancora svolta l’azione di concepimento da parte dello Spirito di Dio, mentre in quella di Palermo è già avvenuta. A questa interpretazione è stato possibile risalire attraverso lo studio di piccoli particolari come il volto delle due Madonne: in quella di Palermo il viso di Maria evidenzia una leggera piega dell’angolo labiale che rappresenta un sereno sorriso mentre nella Maria di Monaco la bocca è aperta, come se la vergine fosse colta da stupore improvviso mentre l’angelo le annuncia che lei è la prescelta. Anche la posizione delle mani delle due vergini confermano questa ipotesi. “In un dipinto di Antonello, nulla è stato dipinto a caso, ogni pennellata è importante ed ha una sua spiegazione logica” si può leggere nello studio presentato all’IIC di Bruxelles a pag. 10. “Ho fortemente voluto ospitare nel nostro Istituto Italiano di Cultura la presentazione di questo studio inedito su L’Annunciata di Antonello da Messina – ha dichiarato la prof.ssa Federiga Bindi, direttore dell’IIC di Bruxelles – non soltanto perché Antonello è uno degli artisti più significativi del Rinascimento italiano e mondiale, ma anche perché questa interessante analisi rappresenta un’eccellenza della ricerca italiana che va valorizzata e promossa anche all’estero”.