UnivercittÃ
Univercittà è un progetto della nostra Università per promuovere nuove forme di apertura tra l’Ateneo e la città di Palermo.
Stiamo lavorando a una nuova idea di Università, parte integrante della vita cittadina, capace di raccoglierne stimoli e istanze, ma anche in grado di offrire nuovi spunti e occasioni di crescita. L’Università, che ha da sempre svolto un importante ruolo nello sviluppo e nella costruzione dell’identità della città di Palermo, intende valorizzare la storia di questo proficuo rapporto, creando nuove occasioni di contatto e di sviluppo comune. Per questo Univercittà promuove iniziative, attività culturali ed eventi volti a coinvolgere l’intera cittadinanza, per proporsi come rinnovato centro propulsivo della vita sociale e culturale di Palermo.
Pensiamo a un Ateneo capace di aprirsi, mostrarsi nei suoi luoghi più belli e rivelare i suoi volti meno noti; un nuovo luogo di riferimento in cui la città possa darsi appuntamento e ritrovarsi, in un percorso di scoperta e di valorizzazione delle risorse di cui l’Università palermitana è ricca. Siamo convinti che il nostro Ateneo e la nostra città formino una comunità vitale, un tessuto di energie, intelligenze e passioni capaci di crescere insieme e di confrontarsi in un dialogo sempre aperto. I tanti luoghi dell’Università sono pronti ad accogliervi sia nelle suggestive sedi storiche, disseminate nel cuore del centro cittadino, sia negli ampi spazi del Parco d’Orléans e nei giardini dell’Orto Botanico.
L'idea parte dalla convinzione che si comunica di più, e meglio, con le azioni e i fatti, con i progetti e la loro esecuzione, con gli eventi e il loro controllo, che non con le parole e i discorsi. Ogni azione ha infatti un suo preciso significato, entro il sistema complessivo entro cui viene svolta. È per tale ragione che l’espressione/slogan Univercittà sintetizza un’azione comunicativa nel suo complesso: si vuole finalmente andare al di là dell’attività di comunicazione istituzionale comunemente intesa, ovvero quella interna ed esterna rivolta ai principali soggetti che con l’Università degli Studi di Palermo hanno immediatamente a che fare (docenti, personale tecnico-amministrativo, studenti). Univercittà è attività comunicativa a tutto campo, ovvero rivolta alla città nel suo complesso (città da intendere nel senso latino della civitas, comunità strutturata di persone/cittadini che non si esaurisce in un territorio geografico ben delimitato e meno che mai in un comune di appartenenza).
Come tutte le istituzioni e organizzazioni, Unipa non va considerata la semplice sommatoria delle azioni comunicative svolte dai soggetti che la compongono, ma come un sistema che inevitabilmente li trascende, come un soggetto collettivo e immateriale che parla e opera in quanto tale, con un’identità propria da costruire, esibire e salvaguardare. Unipa è l’insieme delle sue parti e, al contempo, è – o dovrebbe essere – qualcosa di più astratto e più efficace, la cui identità è la risultante dei suoi discorsi e comportamenti, come anche dei discorsi che su di essa altri soggetti sociali possono proferire. Un sistema, dunque, che trascende i singoli individui, e che per questo deve essere monitorato e stimolato, controllato e indirizzato.
Proprio a partire da questa sua anonima astrattezza, fa pertanto parte integrante e costitutiva del sistema Unipa non solo l’azione comunicativa dei soggetti umani, ma anche quella, silente ed efficace, delle sue strutture fisiche e materiali, a iniziare da quelle architettoniche e urbanistiche: edifici, uffici, aule, viali, percorsi, attrezzature e quant’altro è o diviene spazio vissuto dai soggetti che – vuoi per ragioni istituzionali, vuoi per motivi più casuali – attribuiscono loro un senso e un valore. Lavorare sugli spazi universitari, comprendere il modo in cui essi ‘parlano’ a chi interagisce con essi, ripensarli in funzione di un’attività comunicativa integrata, ristrutturali in vista di una serie di ulteriori azioni che in essi e con essi possono essere svolte, è parte fondamentale di questo progetto.
Da ciò ne deriva che l’utenza universitaria va molto al di là di quella istituzionale, legata alla formazione, alla didattica e alla ricerca. Oltre ai docenti, agli studenti e al personale tecnico-amministrativo, insistono su Unipa – e possono, o dovrebbero farlo, ancora di più – tutta un’altra serie di soggetti che in senso stretto (limitato e limitante) non le competono, ora perché genericamente interessati alla cultura, ora perché in cerca di esperienze diverse, di modi di vivere integralmente, e positivamente, la città (basti pensare, per es., ai soggetti che si rivolgono al Policlinico).
Insomma Unipa non è un qualsiasi Ateneo che, per caso, si trova a essere collocato in una città, ma ne è, e ne deve essere sempre più, una sua parte costitutiva, attiva, progettualmente rivolta a essa, con il compito non secondario di coinvolgerla e farsene coinvolgere. Ciò non toglie che Unipa sia innanzitutto un Ateneo, e che come tale abbia propri, ovvi compiti istituzionali. E va considerato anche che, proprio per questo, essa si nutre dell’immagine generale e complessiva che gli Atenei possiedono nel nostro sistema-paese – tutt’altro che positiva in questo preciso momento storico, politico e culturale –, in qualche modo la subisce, e con essa deve confrontarsi e fare i conti. L’apertura alla città ha dunque anche quest’altro ruolo strategico, atto a ridimensionare l’attuale immagine negativa dell’università italiana, se non addirittura a modificarne il valore.