Si sono concluse le due giornate dedicate alla linguistica italiana del dottorato in "Studi letterari, filologici e linguistici"
"La linguistica italiana all'alba del terzo millennio”. Questo il titolo del volume che è stato presentato lunedì 5 maggio per dare avvio alle due giornate dedicate alla linguistica in Italia, organizzate all'interno del fitto calendario di attività del dottorato in “Studi letterari, filologici e linguistici” dell'Università di Palermo.
Il volume, curato da Gabriele Iannàccaro dell'Università Bicocca di Milano, raccoglie numerosi contributi che delineano lo stato attuale della linguistica in Italia. “È una disciplina ancora molto forte- spiega il curatore - e che, rispetto a tutte le altre che fanno parte dell'ambito umanistico, si contraddistingue per la sua vitalità e per l'importanza che assume in diversi contesti di studio della nostra società. Dall'altra parte, però, abbiamo anche evidenziato come (molto probabilmente per nostra stessa responsabilità) questa disciplina stia assumendo un grado forse alto di autoreferenzialità. E abbiamo anche compreso come, rispetto agli anni '70, non sempre lasocietà e le politiche attuali sanno come poter sfruttare al meglio il lavoro che noi, ogni giorno, svolgiamo.”
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La presentazione del libro, terzo appuntamento del ciclo di seminari “Un libro in biblioteca”, è stata curata da tre studentesse del dottorato: Elisabetta Mantegna, Elena D'Avenia e Jaana Helena Simpanen.
Diversi gli interventi del pubblico, composto sia da studenti che da esperti del settore, che hanno posto a Iannàccaro diverse domande non solo sul profilo attuale degli studi linguistici in Italia, ma anche sul metodo utilizzato per realizzare un volume la cui ultima edizione risale a dieci anni fa e che funge, quindi, da nuovo punto di riferimento per tutti gli studiosi di oggi.
La giornata di martedì 6 maggio, invece, è stata dedicata ad un seminario dal titolo “La metodologia della ricerca linguistica fra quantità e qualità". Le relazioni di apertura, avviate dopo i saluti del direttore del dottorato Prof.ssa Mari D'Agostino, sono state curate da Iannàccaro, che ha parlato della ricerca quantitativa (spiegando come si costruisce un campionario, come si struttura un questionario e come si analizzano i dati) e da Giovanna Alfonzetti dell'Università di Catania. Quest'ultima ha invece concentrato l'attenzione sulla ricerca qualitativa, su cui ha basato molti anni di studio. Ha spiegato, per esempio, come si deve porre l'intervistatore rispetto al contesto che vuole analizzare, come si possono osservare le pratiche linguistiche dei parlanti, quali sono i vari metodi da poter adottare, con i loro pro e contro.
Dopo le due lezioni, che hanno offerto non solo un panorama sulle due metodologie ma anche utili indicazioni e suggerimenti, si è aperto un momento di confronto dove Iannàccaro e Alfonzetti hanno risposto a domande poste sia dai dottorandi sia dagli studenti.
Alle due lezioni introduttive hanno fatto seguito una serie di comunicazioni che hanno affrontato alcune specifiche applicazioni dei presupposti teorico-metodologici affrontati dai due relatori. In particolare Vincenzo Pinello e Alessandra Colonna Romano hanno presentato due importanti lavori svolti all’interno dell’Atlante Linguistico della Sicilia. Il primo ha mostrato come il parlante percepisce le differenze linguistiche tra la zona in cui vive e i territori limitrofi. Romano, invece, si è concentrata sull'intervista e sulla sua utilità per tracciare l'autobiografia linguistica del parlante.
A seguire Marina Castiglione, Roberto Sottile e Vito Matranga hanno presentato alcuni estratti del loro lavoro realizzato per la creazione del volume “Vocabolario atlante della cultura alimentare.” Hanno anche spiegato come la loro ricerca si sia basata sul metodo qualitativo e, principalmente, sulla conversazione guidata e quale è stato il loro modo di approcciarsi all'informatore per avere dei dati quanto più attendibili possibile.
I due ultimi interventi sono stati dedicati alla sempre viva questione del rapporto fra norma ed errore. Egle Mocciaro e Luisa Amenta hanno analizzato i testi di grammatica sia per studenti liceali italiani che per studenti stranieri che si approcciano all'italiano per comprendere se e come i tratti dell'italiano neostandard e dell'uso medio vengano riportati in questi testi. Dalla loro ricerca è venuto fuori come i tratti, ossia le varietà dell'italiano standard che vengono accettate nell'italiano scritto di media formalità, tanto più sono accettate nel parlato tanto più sono accettate anche nei testi di grammatica.
Il seminario è stato chiuso da Salvatore Claudio Sgroi. Compito del linguista, ha spiegato Sgroi, è quello di spiegare perché un errore venga comunque utilizzato nel parlato quotidiano, nonostante si riconosca come sbagliato.
Il prossimo appuntamento con le attività del dottorato è fissato per giorno 20 maggio quando sarà presentato, all'interno di “Un libro in biblioteca”, il libro di Roberto Sottile “Il dialetto nella canzone italiana degli ultimi venti anni”