SERVIZI/Una biblioteca universitaria tra tradizione e modernità
Installato presso la sezione di Filologia Classica “Bruno Lavagnini” della Biblioteca del Dipartimento Fieri-Aglaia, il primo impianto RFID dell’Ateneo di Palermo per la gestione automatizzata ed integrata del patrimonio librario e degli utenti.
Acronimo di Radio-frequency identification, RFID presenta una architettura estremamente semplificata basata sul “dialogo” integrato tra il software di gestione del sistema, il gestionale delle biblioteche d’Ateneo Aleph e un microchip adesivo delle dimensioni di poco maggiori di un francobollo che viene apposto su ogni singolo volume e sul quale con semplice operazione, vengono trasferite le informazioni bibliografiche ed inventariali prelevate dal gestionale Aleph.
Il volume in tal modo diventa per così dire “parlante”, ovvero se interrogato da una apposita apparecchiatura il microchip si attiva e restituisce il suo contenuto informativo.
Ciò consente molteplici applicazioni le cui principali sono relative al prestito multiplo, alla protezione dal furto, alla rilevazione inventariale.
Infatti, il prestito è facilitato da una staff station in pratica costituita da una tavoletta in plastica speciale di dimensioni A4 dotata di antenna rice-trasmittente sulla quale è sufficiente, dopo aver identificato l’utente, appoggiare per pochissimi secondi i libri anche fino a 10 contemporaneamente, e il prestito è simultaneamente registrato sul modulo circolazione del gestionale Aleph con un considerevole risparmio di tempo per l’utente e per il bibliotecario. Lo stesso vale ovviamente per la procedura di restituzione.
La tavoletta è inoltre integrabile in una apposita apparecchiatura che consente la trasformazione di essa in una postazione di auto prestito presso la quale l’utente, dopo aver effettuato il riconoscimento tramite una tessera che può essere dotata di microchip RFID ma può anche essere la più banale tessera sanitaria, è in grado di gestire il prestito in totale autonomia ma con la massima sicurezza per l’integrità del patrimonio bibliografico in quanto la mancata effettuazione del prestito farebbe allarmare i varchi antitaccheggio.
L’integrazione del sistema con varchi antitaccheggio, che funzionano a bassissima frequenza quindi con trascurabile rischio per la salute, e che si attivano soltanto, con notevole risparmio energetico, nel caso in cui un microchip apposto su un libro non sia stato disattivato dalla regolare procedura di prestito, non soltanto consente la protezione della biblioteca dai furti ma permette la registrazione di ogni singolo passaggio fornendo quindi la possibilità di conteggiare gli utenti ma anche la registrazione in appositi report dei dati bibliografici ed inventariali di eventuali libri sottratti irregolarmente alla biblioteca.
Altra importantissima applicazione del sistema è la velocità di esecuzione delle revisioni inventariali e della ricerca dei libri fuori posto. Attraverso una apparecchiatura portatile delle dimensioni di un comune palmare infatti, è possibile semplicemente facendo scorrere l’apparecchio lungo gli scaffali rilevare, senza alcun spostamento materiale di un solo libro la presenza o meno della intera sequenza dei volumi consentendo di effettuare le complesse operazioni di revisione inventariale, che oggi comportano numerose settimane di lavoro di almeno due operatori in un lavoro di un paio di giornate di un singolo operatore. Inoltre, come sopra accennato, il sistema rileva l’eventuale presenza di libri fuori posto o analogamente consente l’impostazione dei dati del libro che si vuole ritrovare segnalandone la presenza al passaggio dell’apparecchiatura.
Il sistema RFID rappresenta dunque una importante innovazione tecnologica rivolta per un verso alle sempre più pressanti istanze di razionalizzazione delle risorse umane ed economiche e dall’altro al miglioramento ed alla modernizzazione dei servizi all’utenza.
Istanze, queste ultime, per le quali il Dipartimento Fieri-Aglaia propone questa sua risposta, investendo in un progetto che, significativamente, ambisce a trasformare una delle biblioteche di antichistica più importanti dell’Ateneo in una delle biblioteche più moderne e all’avanguardia, dimostrando che tradizione e innovazione non sono incompatibili.