Ricercatore UNIPA coautore di uno studio mondiale sulla Genetica del gusto
E’ abbastanza nota l’ipotesi che il genere umano sia nato nel Centrafrica e si sia diffuso secondo un modello chiamato “Out Africa”. Oggi un gruppo di ricercatori italiani, statunitensi e di altre parti del mondo, mettendo insieme studi di polimorfismi del gene umano del gusto amaro TAS2R38, hanno avanzato un’ipotesi che aggiunge nuovi tasselli a questo modello. Il gene in questione, infatti, è uno dei più antichi del nostro genoma e può quindi svelare ai genetisti passaggi e selezioni avvenuti in tempi ancestrali. I risultati di questo studio, che ha raccolto dati da tutto il mondo, sono stati pubblicati sulla rivista “Nature Scientific Report” ai primi di Maggio del 2016. Il prof. Fabio Caradonna, del Dipartimento STEBICEF, ha coordinato lo studio, per la parte del sud Italia, raccogliendo campioni a Palermo e Caltanissetta ed è ovviamente, uno dei coautori del lavoro pubblicato.
“E’ affascinante – afferma il prof. Caradonna – pensare che studiando il DNA dei nostri contemporanei possiamo ricavare notizie sui tempi ancestrali. Sono contento che questo studio sia stato pubblicato su una rivista del gruppo di Nature dando lustro al nostro ateneo, insieme ad altri, come un ateneo attivo nella ricerca in genetica umana. Spero che questo possa servire a dimostrare che la ricerca di base non può essere abbandonata e che rappresenta la nostra sfida più grande, anche nel sud, dove è terribilmente difficile trovare finanziamenti per la ricerca, e men che meno per la ricerca di base”.
Il prof. Caradonna infatti riferisce che per poter ottenere questi dati sono stati impiegati (fra il 2007 ed il 2014) circa 8 anni, durante i quali 2 persone hanno lavorato, sotto il suo coordinamento, a tempo pieno impiegando tecniche innovative e risorse economiche per decine di migliaia di euro. Il Prof. Fabio Caradonna è ricercatore universitario confermato a tempo indeterminato e docente di “Genetica e Citogenetica umana” presso la laurea Magistrale in Biologia della Salute. La pubblicazione ha titolo: ”Global diversity in the TAS2R38 bitter taste receptor: revisiting a classic evolutionary PROPosal”.