RIFORMA/L’allarme dei Rettori del Meridione: “Con i tagli si rischia di scomparire”
“Con tagli e federalismo le università del Sud rischiano la scomparsa”. E’ l'allarme lanciato dai rettori degli atenei meridionali, che si sono riuniti allo Steri, nell'ambito delle Giornate dell'Economia del Mezzogiorno, promosse da Diste e Fondazione Curella.
“Al governo facciamo un forte appello – afferma il rettore Lagalla – perché non contragga le risorse economiche a sostegno sia dell’intero sistema sia dei singoli attori che in esso operano, a partire dal ricercatori universitari, le cui istanze l’Ateneo sostiene pur nel rispetto dei diritti degli studenti a regolari lezioni ed esami”. Secondo il rettore di Palermo, “La contrazione delle risorse, sia nella scuola, sia nell’Università è ancora più intollerabile se raffrontata con quanto stanno facendo altri Paesi europei che con noi condividono una crisi economica assai marcata, come la Germania, che ha incrementato considerevolmente gli investimenti pubblici in ricerca e formazione”.
Una proposta arriva dal delegato della II Università di Napoli. “Visti i tempi di ristrettezza economica – aggiunge Francesco Izzo - una soluzione potrebbe essere quella di fare una mappatura dell'offerta formativa per razionalizzarla almeno in ambito regionale”. Secondo Massimo Giovannini, rettore dell'Università Mediterranea di Reggio Calabria “Tutte gli atenei del Sud dovrebbero costituire un cartello unico di offerta, facendo uno sforzo di messa in rete di informazioni tra i delegati di queste università”. Giovannini ha inoltre criticato l'ipotesi, già ventilata, di trovare fondi supplementari per l'Università nelle pieghe del decreto “Milleproroghe”. Le proposte dei rettori sono state inserite su alcuni assi fondamentali: finanziamento e valutazione, didattica, ricerca e innovazione tecnologica, processi di internazionalizzazione, soprattutto verso il Mediterraneo.