RICERCA/Giovani studiano la Geologia e la vulcanologia a Pantelleria
Un gruppo di studenti francesi, palermitani e spagnoli, a Pantelleria dall'Università di Palermo, Corso di Laurea in Scienze Geologiche, per un percorso didattico. Sono stati accolti dai ragazzi dell'Associazione Agorà. Il loro arrivo ha un significato che va oltre la solita escursione perché Pantelleria è un’isola dalle mille risorse, oltre ad essere conosciuta per le sue specialità gastronomiche o per le sue bellissime coste si configura anche come un sito di grande interesse archeologico e geologico.
Il gruppo è stato guidato al Museo Vulcanologico di Khaggiar, da Silvio Rotolo, docente presso il Dipartimento di Scienze della Terra e del Mare, che frequenta l’isola da molti anni. Rotolo è anche il Responsabile Scientifico del Museo, sorto nei pressi di Punta Spadillo, realizzato con i fondi del Por Sicilia 2000/2006 ed inaugurato a fine estate 2010.
“Da oltre dieci anni porto sull’isola studenti universitari – spiega Rotolo – per dare loro l’opportunità di lavorare sul campo per 5/6 giorni. L'isola è un libro aperto di vulcanologia ed offre esperienze uniche dal punto di vista scientifico ma anche emozionale. Di solito arriviamo in maggio-giugno e ci fermiamo una settimana per spiegare la geologia ai ragazzi, attraverso una conoscenza diretta del terreno. Gli studenti sono divisi in gruppi per aree di lavoro tematiche diverse, riferite alle rocce prodotte da eruzioni vulcaniche esplosive ed effusive; studiano le rocce per ricostruire la storia vulcanologica del settore assegnato. Mettiamo i risultati in carta e poi l'ultimo giorno si fa un’escursione tutti insieme per avere una visione integrata che permetta di allargare le conoscenze a 360 gradi. Ogni gruppo lavora in aree di 4/5 chilometri quadrati, imparando anche a conoscere i sentieri, tra questi ce ne sono due che rivestono un particolare interesse per il nostro studio: quello che dalle Favare scende verso il Lago di Venere passando per Gelfiser e l'altro che dal passo del Kherch si snoda verso la Montagna Grande per poi scendere nella Valle di Monastero”.