Perché fare Scienza Aperta
Tradizionalmente la comunicazione scientifica si è basata su un modello di business che, a partire dai finanziamenti pubblici e dal lavoro dei ricercatori (sia come gestori dei progetti di ricerca, ideatori di progetto e autori delle pubblicazioni scientifiche che come revisori delle opere scientifiche da pubblicare) genera profitto esclusivamente per l’editoria scientifica, che guadagna altissimi proventi in abbonamenti, anch’essi pagati con fondi pubblici.
Rendere aperti (cioè trasparenti e conoscibili a tutti) i diversi aspetti del processo di ricerca riporta su un ciclo virtuoso tutte le fasi della comunicazione scientifica, agevolando tutte le componenti della società interessate a conoscere ed eventualmente riutilizzare i risultati della ricerca.
Rendere aperti i dati della ricerca, se costruiti e resi disponibili secondo i principi FAIR, garantisce la riproducibilità dei risultati della ricerca, con un enorme risparmio di tempi e costi. Per lo stesso motivo sarebbe importante rendere aperti anche i risultati delle ricerche che hanno dato esito negativo, confutando l’ipotesi sperimentale, evitando così di spendere soldi pubblici, e impiegare tempo prezioso per la ricerca, per ripeterle.