PRIN 2022 PNRR
Si riporta di seguito l’elenco dei progetti di ricerca PRIN 2022 PNRR ammessi a finanziamento.
Anno | Titolo del progetto | Responsabile Scientifico |
2022 |
Literature of Socialist Trauma: Mapping and Researching the Lost Page of European Literature |
Andrea Gullotta |
2022 |
Nations at arms. Public institutions, political violence and civil society in the modern and contemporary Mezzogiorno |
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2022 |
OATI - Open Theaters in Italy IT |
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2022 |
Textus Galloromanici Vetustiores |
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2022 |
Understanding homo individualis (UHI) |
Descrizioni sintetiche dei progetti di ricerca sopra elencati.
Literature of Socialist Trauma: Mapping and Researching the Lost Page of European Literature
Responsabile scientifico: Andrea Gullotta
LOST mira a comprendere come l’influenza della repressione statale sulle letterature degli ex stati socialisti europei possa essere valutata come un fenomeno transnazionale. A circa trent’anni dalla caduta del Muro di Berlino, il tema della repressione statale nei paesi dell’Est è uno dei leitmotiv della letteratura europea, eppure non è mai stato fatto alcun tentativo di valutare la “letteratura della repressione socialista”.
La maggior parte dei paesi del blocco orientale svilupparono modelli repressivi ispirati alla matrice ideologica e procedurale dell’URSS. Sebbene alla fine si siano evoluti in modo individuale, l’impatto di questi sistemi repressivi sulla letteratura ha prodotto dinamiche simili in tutto il Blocco. L'obiettivo di LOST è sviluppare un approccio innovativo e multidisciplinare per la letteratura sulla repressione socialista in russo, ma anche di provare ad applicare questo approccio allo studio di altre letterature del blocco orientale reperendo, mappando e infine reinterpretando un vasto numero di opere letterarie - poesie, poesie orali, opere auto/biografiche, narrativa - legate alla repressione statale di ispirazione socialista, portando così a un cambiamento radicale del modo in cui interpretiamo la storia della letteratura e cultura europee del XX e XXI secolo.
Nations at arms. Public institutions, political violence and civil society in the modern and contemporary Mezzogiorno
Responsabile Scientifico: Prof. Matteo Di Figlia
Questo progetto di ricerca studia la violenza politica e la sua governance istituzionale nel Sud Italia dall'indipendenza del Regno di Napoli, nella prima metà del XVIII secolo, ai giorni nostri. La storiografia ha recentemente rivisitato le dinamiche del conflitto politico, ideologico e armato favorendo il cambiamento istituzionale e sociale nel mondo atlantico e mediterraneo dall'Era delle rivoluzioni alla fine del XX secolo. Sulla base di questi sviluppi, il progetto mira a comprendere come la violenza e la sua gestione da parte delle autorità sovrane abbiano influenzato il radicamento delle istituzioni pubbliche, lo stato di diritto e la democrazia rappresentativa nel Mezzogiorno moderno e contemporaneo. A tal fine, il progetto di ricerca esplorerà gli usi e le pratiche della violenza; attori non statali, legali e illegali; le strategie e le tecniche del suo governo pubblico; i dispositivi ideologici e politici utilizzati per legittimare o de-legittimare la violenza e la sua repressione; gli strumenti normativi adottati dai legislatori, le risposte sociali e civiche alle minacce collettive poste dalla violenza e le connessioni tra violenza politica e violenza criminale. Il gruppo di ricerca è composto da cinque Unità di Ricerca: Salerno, Napoli, Palermo, Molise e Salento. Le unità di ricerca lavoreranno congiuntamente su tre tappe tematiche strategiche: 1. Violenza e istituzioni pubbliche nel Mezzogiorno nel l'era delle rivoluzioni; 2. Stato, diritti e società dal l'unificazione al fascismo; 3. Violenza e democrazia nel II secolo. Due assi di ricerca incrociati si intersecano ogni pietra miliare, trattando rispettivamente di violenza politica e coercizione statale; e con pratiche discorsive e codici di legittimazione legale, ideologica e simbolica. Più precisamente, il progetto esplorerà studi di casi pertinenti, ognuno dei quali riflette un processo trasformativo in cui la violenza e il suo governo hanno svolto un ruolo chiave: rivolte agrarie; rivolte anti-assolutiste; opposizione agli eserciti stranieri; insurrezioni liberali e reazioni monarchiche; la repressione del brigantaggio; il mantenimento dell'ordine pubblico durante la Belle Époque, la normalizzazione del paramilitarismo dopo la Prima Guerra Mondiale; la repressione fascista e la Resistenza; le operazioni asimmetriche di intelligence, prevenzione e spionaggio contro il terrorismo; cooperazione transnazionale contro i gruppi criminali globali tra il XX e il XXI secolo. Viene adottata un'ampia prospettiva comparativa, che pone le basi per un'interpretazione innovativa della traiettoria storica del Mezzogiorno. Piuttosto che come un'anomalia apolide, questa traiettoria sarà intesa come parte di un concetto di modernità segnato dall'ascesa di nuove élite urbane, il rafforzamento delle istituzioni pubbliche e dello stato di diritto, il contenimento della violenza pubblica, l'aggregazione nazionale, e la democratizzazione della società. Le azioni di diffusione includono, ma non sono limitate a conferenze, eventi collaborativi, workshop e una piattaforma web-based.
OATI-Open Air Theaters in Italy
Responsabile Scientifico: Prof.ssa Anna Sica
Per ragioni storiche e per la sua posizione nell'area mediterranea, l'Italia è il Paese con il maggior numero di teatri all'aperto al mondo: molti sono stati costruiti in epoca greco-romana, ma molti altri sono stati realizzati nei secoli successivi e persino nel Nuovo Millennio. Si tratta di un progetto di ricerca pionieristico che si propone di offrire – per la prima volta –una ricognizione e un atlante completo di tutte le tipologie di teatri all'aperto in Italia, con particolare attenzione alla loro storia e ai loro repertori. Questo progetto di ricerca ha un forte impatto a livello nazionale e anche internazionale e mira a conquistare una posizione di leadership per gli studi teatrali, in quanto allo stato attuale non esistono progetti di ricerca accademici sullo stesso tema, né progetti precedenti già finanziati che possano essere complementari. Il progetto di ricerca è altamente innovativo e ha un forte impatto: può diventare un modello di riferimento per il settore della ricerca. In modo particolare l’Unità di ricerca dell’Università degli Studi di Palermo diretta e guidata dalla Professoressa Anna De Domenico Sica (già Anna Sica) si occuperà del rinvenimento della documentazione dei siti teatrali della classicità e della contemporaneità nell’area insulare e del territorio siciliano, e dello studio e dell’analisi della recitazione all’Italiana della grande tradizione capocomicale che ci è pervenuta nel Novecento grazie al recupero dei teatri antichi e del repertorio classico. Infatti, la restituzione dell’inscenamento dei testi antichi nei siti della memoria classica, e la costruzione di teatri moderni ricalcando architetture dell’antico hanno caratterizzato la grande stagione teatrale e culturale della prima metà del Novecento. Rintracciare questo patrimonio teatrale, che ha fatto parlare italiano il teatro nel mondo, e successivamente comprendere la mutazione dell’arte scenica a contatto con la trasmissione dei classici, a partire dalle prime rappresentazione siracusane del 1913, è determinante per individuare cambiamenti e sviluppi artistici e culturali del Teatro italiano, e della Storia del Paese. In quanto tale, il progetto proposto va oltre lo stato dell'arte nello specifico ambito scientifico.
Textus Galloromanici Vetustiores (TGV)
Responsabile scientifico: Prof. Francesco Carapezza
Il progetto è dedicato allo studio dei più antichi testi della letteratura d’oc e d’oïl. Essi precedono la grande produzione letteraria dei secoli XII-XIII e si collocano in una fase di formazione delle lingue letterarie gallo-romanze, che proprio attraverso questi componimenti è possibile seguire attraverso la reciproca interrelazione di strutture linguistiche e metriche, di articolazioni retoriche, di finalità letterarie.
In particolare si tratta di quattordici testi dal contenuto principalmente religioso databili tra il IX e l’XI secolo: Séquence de Sainte Eulalie, Sermon sur Jonas, Passion de Clermont, Vie de Saint Léger, Sponsus, Trope de l’Assomption (Quant li solleilz converset en leon), Roman d’Alexandre d’Alberic, fragment de Passion di Augsburg, Aube de Fleury, Boeci, testi brevi paraliturgici del tropario di Saint Martial de Limoges (Canzone mariana bilingue In hoc anni circulo / Mei amic e mei fiel, Versus Sanctae Mariae, tropo noto come Tu autem), due “Liebesstrophen” pretrobadoriche, Chanson de Sainte Foi.
Sono tutti testi in versi (principalmente ottosillabi e decasillabi) organizzati perlopiù in strofe o in lasse, con l’eccezione della Séquence de Sainte Eulalie in distici di misura variabile (secondo il genere della sequenza mediolatina) e del Sermon sur Jonas in prosa. In alcuni casi si tratta di frammenti per i quali non è possibile valutare la consistenza originale; nei casi di testi completi, la lunghezza è variabile tra i 28 e i 600 versi. A questi si aggiunge il caso particolare degli scongiuri di Clermont-Ferrant, dalla versificazione irregolare tipica del genere, che pure partecipano della dimensione letteraria.
I quattordici item (testi o gruppi di testi), tutti traditi da un solo testimone, sono stati editi e studiati singolarmente ma manca uno studio complessivo dell’intero corpus aggiornato alle acquisizioni scientifiche più recenti, come anche manca uno studio dei testimoni all’interno dei quali i testi sono stati trasmessi e dei centri di copia. Il progetto si propone di esaminare testi e manoscritti che compongono il corpus mettendo insieme l’indagine linguistica, metrica, letteraria, musicale, storico-culturale, codicologica. Risultato della ricerca sarà un’edizione commentata dei testi disponibile in formato cartaceo e un portale dove i materiali saranno consultabili e ricercabili on line.
Link: https://drive.google.com/drive/folders/1wEkW_zymPwhXWOCkj36y5IDUuDUU_YAL?usp=sharing
Understanding homo individualis (UHI)
Responsabile Scientifico: Prof.ssa Alice Pugliese
La grande importanza degli individui è sostenuta da molti degli ideali e delle organizzazioni fondamentali del nostro tempo. Ideali come la libertà individuale, la libertà di parola, il diritto all'autodeterminazione, ecc. dimostrano che gli individui (umani) non sono apprezzati solo come creature autonome, ma anche come fonte di creatività e innovazione. Ciò è legato alla convinzione che nessun individuo può essere completamente spiegato in termini di ciò che ha in comune con altri individui. Sebbene le teorie individualiste siano state in qualche modo screditate negli ultimi decenni, la conciliazione delle esigenze di libertà individuale con le questioni di benessere della società è ancora una sfida aperta per le moderne società democratiche.
Seguendo alcuni suggerimenti di Louis Dumont e riprendendo l'espressione di Fontenay, consideriamo l'"homo individualis" come una struttura concettuale che rende conto dell'intrinseca singolarità dell'essere umano, carica di valori e non riducibile ad alcuna determinazione fisica, biologica, mentale o addirittura sociale. Sebbene tutti gli esseri umani siano coscienti di se stessi in modo non riflessivo e tutti gli esseri umani adulti sviluppino una qualche forma di autocoscienza riflessiva, cioè una forma di auto-rappresentazione, distintiva del tipo di coscienza che caratterizza gli esseri umani (moderni), la coscienza di sé dell’individuo è un tipo di auto-rappresentazione che sembra piuttosto vuota, quando non semplicemente negativa.
L'ipotesi di ricerca di questo progetto è che la capacità di riferirsi a se stessi in modo non critico e non qualitativo vada di pari passo con la capacità di essere consapevoli di se stessi anche come "ego puro" "vuoto" e "indeterminato", e che questa capacità sia essenziale per l'emergere e lo sviluppo dell'homo individualis. Ciò corrisponde quindi a una specifica declinazione culturalmente determinata dell'homo sapiens. Pensare se stessi come homo individualis - cioè pensare se stessi come non riducibili a nessuna delle determinazioni sociali e persino naturali sopra elencate - e e investire questa irriducibilità di un valore positivo e possibilmente essenziale, rende conto della capacità di sentirsi responsabili delle proprie azioni e, in una certa misura, anche dei propri pensieri, idee e giudizi.
In base a questa ipotesi, il progetto indagherà le condizioni di possibilità, la struttura complessiva e le conseguenze in termini di pulsioni, capacità sociali e comportamento sociale dell'homo individualis. Chiarire la natura dell'homo individualis consentirà quindi di comprendere meglio ciò che la sua "natura" (in un senso da definire) richiede e, di conseguenza, a cosa potrebbero equivalere il suo benessere e la sua prosperità.
La comprensione dell'homo individualis offrirà una base per indagare ulteriormente i modi in cui questo può essere fatto, delucidando anche le strutture che permettono di essere cittadini in grado di realizzare la propria individualità in armonia con il bene comune.