M AL CUBO_TESI DECT
M al cubo è il progetto eco-friendly basato sull’economia circolare e sulle collaborazioni con aziende del territorio.
Un viaggio all’interno della filiera della produzione del caffè ma non solo. Salvatore Massaro, studente del Cdlm12 DECT, Unipa, con la sua ricerca per la tesi di laurea, ci accompagna in tutte le fasi di un progetto che ha l’obiettivo di valorizzare gli scarti del processo produttivo del caffè, progettando nuove risorse a impatto zero, biodegradabili e compostabili.
Un piccolo passo a ritroso è necessario per comprendere il lavoro svolto e l’importanza della ricerca. Il caffè, la seconda bevanda più consumata al mondo, subisce dopo la raccolta svariate lavorazioni, dalle quali inevitabilmente vengono prodotti dei sottoprodotti (scarti). Questi sottoprodotti sono frequentemente usati come fertilizzanti, biomassa o come elementi destinati al settore della cosmesi e farmaceutico e sono composti da componenti fenoli, zuccheri naturali, lignina e cellulosa.
Obiettivo del progetto M al cubo Miscela Mediterranea Morettino è proprio, mediante la cellulosa estratta dalla buccia, la realizzazione di una nuova carta filtro per cialde, la Cascarta.
La Cascara, utilizzata in Europa e nella penisola Araba per la realizzazione di una bevanda energizzante, è stata lavorata attraverso un trattamento alcalino con idrossido di sodio per estrarre la parte meno nobile, separando la cellulosa.
Alla nuova carta filtro per cialde, realizzata dunque in un’ottica di riuso del prodotto, è seguito un nuovo packaging esterno delle cialde, grazie alla sostituzione della classica bustina monouso con un biomateriale biodegradabile, salvaguardando il prodotto e mantenendo ugualmente l’aroma del caffè.
Il supporto dei laboratori di ATeN Center e del Direttore, Delia Chillura Martino, ha permesso di valutare, mediante analisi di Spettroscopia Infrarossa a Trasformata di Fourier e Microscopia Elettronica a Scansione (SEM), l’efficacia del trattamento utile all’estrazione della cellulosa dalla buccia di caffè. All’interno dei laboratori, inoltre, si sono esplorate le potenzialità della materia prima come materiale innovativo allo scopo, mediante l’analisi della performance in termini di resistenza meccanica e capacità filtrante rispetto alla carta da filtro commerciale.
Una ricerca basata dunque sull’economia circolare, un processo sensibile all’ambiente che rintraccia le materie prime da fonti naturali e di scarto. Il Design sistemico, cui la tesi magistrale in Design e Cultura del Territorio (DECT) di Massaro discussa presso il Dipartimento di Architettura si basa, si fonda sui rapporti col territorio, sulla rete di relazioni ma soprattutto sugli output di una realtà, ovvero gli scarti, che diventano input, ovvero risorse, per un’altra attività.
Il dialogo col territorio è innegabile grazie all’intenso e attivo coinvolgimento di aziende locali e che con l’approccio del Design sistemico sono gli obiettivi del Laboratorio di Design per le produzioni agroalimentari circolari e sostenibili del DECT di cui è docente responsabile Anna Catania dove è iniziato il coinvolgimento di Salvatore Massaro per lo sviluppo della ricerca che ha coinvolto una grande realtà palermitana, l’azienda Morettino, storica famiglia di torrefattori che dispone della piantagione sperimentale di San Lorenzo Colli e che ha fornito la Cascara.
La JoePlast di Casteltermini che produce imballaggi flessibili, ha invece proposto un imballaggio protettivo per le cialde monodose, un film in poliaccoppiato PLA-Mater-Bi® compostabile non ancora in commercio. Il film è quello che rende il packaging eco-friendly.
La cartiera Crisa di Leonforte ha invece prodotto la carta artigianale con gli scarti del cotone e della produzione Morettino per sviluppare il packaging secondario, idoneo alla distribuzione e alla commercializzazione delle cialde monodose e della cascara. Questi studi sul packaging supportati dal laboratorio DEIS PACK.LAB del DARCH possono apportare innovazione e rafforzare le sinergie tra le discipline che hanno contribuito alla realizzazione del progetto di ricerca, passando da una economia lineare a una circolare. Lo studio conclude che il materiale ricavato si presta a ulteriori studi per ottimizzare le prestazioni e dimostra come l’innovazione ecologica unito a un approccio design-driven applicato al prodotto-servizio può sfruttare al meglio i sottoprodotti della filiera per generare nuovi prodotti e packaging sostenibili.