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Le politiche della valutazione della ricerca e le nuove sfide della Commissione Europea

8-giu-2023

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Il dibattito internazionale ha evidenziato che le regole dell’attuale sistema di valutazione della ricerca rischiano di determinare effetti collaterali sulla qualità e sull'integrità della ricerca. La possibile corsa al cosiddetto "publish or perish”  rischia di ridurre l'importanza dei processi intermedi a vantaggio esclusivamente del risultato finale, premiando soprattutto la quantità delle pubblicazioni e il numero di articoli su riviste che rispettano determinati criteri, quali il Journal Impact Factor, l'H-Index e altri indicatori bibliometrici quantitativi.

Questi fenomeni hanno evidenziato la necessità di un'azione di riforma concreta, che nel corso del 2021 si è sostanziata nella stesura promossa dalla Commissione Europea dell’ “Agreement on Reforming Research Assessment”. L’iniziativa, portata avanti attraverso una lunga e complessa genesi da numerosi soggetti, ha portato alla stesura di un testo, sottoscritto alla fine del 2022 da oltre 350 istituzioni, che mira ad un cambiamento reale di prospettiva nei vari paesi europei ma anche nel mondo. Tale processo verrà portato avanti da COARA (Coalition for Advancing Research Assessment).

Per inquadrare la mission dell’accordo può essere utile leggere le conclusionidel Consiglio d’Europa (giugno 2022) (dalle slides della prof. Francesca Di Donato Zenodo: DOI: 10.5281/zenodo.7257500)

“l'evoluzione dei sistemi di valutazione della ricerca in Europa dovrebbe orientarsi ai seguenti principi, rispettando al tempo stesso l'autonomia delle istituzioni di ricerca e la libertà della ricerca scientifica, oltre che la diversità dei contesti nazionali e disciplinari, e tenendo conto della loro coerenza con le iniziative internazionali: 

a. passare a un approccio  più  equilibrato  tra  la  valutazione  quantitativa  e  quella  qualitativa della ricerca rafforzando gli indicatori qualitativi della valutazione della ricerca e intensificando al contempo l'uso responsabile degli indicatori quantitativi;

b. riconoscere i risultati e i processi di ricerca e innovazione in tutte le loro forme, compresi, tra  l'altro,  set  di  dati,  software,  codici, metodologie,  protocolli  e  brevetti,  e  non  solo  le pubblicazioni;  SOTTOLINEA che i dati dovrebbero essere reperibili, accessibili, interoperabili e riutilizzabili, in linea con i principi FAIR; 

c.  prendere  in  considerazione diversi  percorsi  di  carriera  e  tutte  le  attività  di  ricerca  e innovazione, compresi il tutoraggio, i ruoli di leadership, l'imprenditorialità, la gestione dei dati, l'insegnamento, la  valorizzazione  delle  conoscenze,  la  cooperazione  tra  industria  e  mondo accademico, il sostegno all'elaborazione di politiche basate su dati concreti, l'interazione con la società, compresi la citizen science e l'impegno pubblico; 

d.  prendere in considerazione le specificità  delle  varie  discipline  di  ricerca,  l'intera  gamma delle attività  di  ricerca, da quella di base a quella applicata, le  fasi  della  carriera  nel  settore della ricerca e le missioni degli istituti di ricerca; 

e. garantire che etica e integrità siano ritenute della massima priorità e non siano compromesse da contro-incentivi; 

f. garantire la diversità e la parità di genere e promuovere attivamente il coinvolgimento delle donne nella scienza.”