“Le Vie dei Tesori”: record di visitatori per la IX edizione
Le Vie dei Tesori chiude la sua nona edizione, ed è un’edizione da record, a cominciare dai visitatori con il 63 per cento di ingressi in più rispetto al 2014. Nei 15 giorni della manifestazione le visite nei 63 siti aperti con tour guidati sono state 141.232, rispetto alla precedente edizione 54.406 in più (86.826 erano state le visite nel 2014 e 52.964 nel 2013). A questo dato si aggiungono i quasi 6.000 partecipanti ai 50 eventi, alle 150 passeggiate e ai 50 laboratori per bambini. In tutto quindi, oltre 147 mila partecipanti, dei quali – secondo le rilevazioni dell’Otie, l’Osservatorio turistico delle Isole europee - oltre 62 mila sono stati escursionisti e turisti (41 mila turisti; 21 mila escursionisti, cioè gente che non pernotta in città). E cresce anche, conseguentemente, la ricaduta di spesa turistica della città, calcolata dall’Otie in oltre un milione e 400 mila euro, il doppio dell’anno scorso. Una spesa che ricade su alberghi, ristoranti, bar, negozi, taxi, trasporti.
Un successo oltre ogni attesa che fa balzare “Le Vie dei Tesori” in vetta alle manifestazioni più seguite della città. Un Festival che è cresciuto con il passare degli anni: nato nel 2006 in seno all’Università per celebrarne il Bicentenario, è diventato un movimento aggregatore che ha messo in rete oltre cinquanta tra istituzioni e associazioni, sotto l’egida dell’Ateneo e del Comune di Palermo che hanno firmato insieme con l’associazione “Le Vie dei Tesori” un protocollo d’intesa per sostenere il Festival.
L’Ufficio culturale dell’Ambasciata italiana a Washington ha inserito il Festival sulla sua pagina web, indicandola tra le manifestazioni utili a diffondere la cultura italiana negli Stati Uniti.
“Le Vie dei Tesori sono state la nostra Expo – spiega il rettore Fabrizio Micari intervenuto alla conferenza stampa di chiusura, con i suoi predecessori, Roberto Lagalla e Giuseppe Silvestri, durante i cui mandati si è svolta la manifestazione –. E dimostrano che la città è viva perché la gente dimostra di amarla. Il futuro dei nostri giovani non è soltanto lontano dalla Sicilia. E sono lo stimolo a proseguire anche in futuro su questa strada, verso la valorizzazione di un patrimonio che non è soltanto artistico e monumentale, ma che è anche immateriale, fatto di cervelli, di ricerche di eccellenza, dei tanti risultati raggiunti dall’Ateneo e non sempre adeguatamente conosciuti fuori dal mondo degli addetti ai lavori”.
Roberto Lagalla spiega che “il festival si può condensare in tre parole, condivisione, cultura e città” mentre per Giuseppe Silvestri ha ricordato la nascita della manifestazione e la scoperta di luoghi straordinari, come le Carceri dello Steri o la cripta delle Repentite”.
Per Maurizio Carta, delegato del Rettore agli eventi culturali dell’Università, “Le Vie dei Tesori è una manifestazione open source, un programma che viene aggiornato durante la manifestazione e arricchito dai suoi stessi fruitori. Facciamolo diventare il sistema operativo dello sviluppo di questa città”.
Presenti il vicesindaco Emilio Arcuri (“Abbiamo interrogativi da porci pensando al futuro: il festival fa conoscere un patrimonio pubblico. Perché non lavorare da oggi per renderlo permanente? e parlare anche di manutenzione dei siti e sviluppo?”); il presidente del Consiglio comunale Salvatore Orlando (“Palazzo delle Aquile è stato uno dei luoghi più visitati, ed è normalmente aperto: quindi anche se i siti sono fruibili, senza un circuito e una comunicazione appropriata, non ricevono la giusta attenzione”); la sovrintendente ai Beni culturali Maria Elena Volpes (“Il castello di Maredolce è stato molto amato, l’anno prossimo uniremo anche il castello dell’Uscibene che stiamo mettendo in sicurezza”); il sovrintendente del Teatro Massimo Francesco Giambrone (“Il festival ha svelato la macchina scenica del Teatro, superando difficoltà oggettive. Una folla enorme, curiosa e pacifica che ha invaso il palcoscenico, in una straordinaria condivisione di piccoli segreti tecnici. Oggi che i luoghi della cultura sono diventati obiettivi del terrorismo, è ancora più importante esserci”).
A tracciare il bilancio della manifestazione, il direttore del Festival Laura Anello, presidente dell’associazione Le Vie dei Tesori; Bernardo Tortorici di Raffadali, presidente dell’associazione Amici dei Musei siciliani, che ha curato le visite guidate nei luoghi; Giovanni Ruggieri, docente di Economia del Turismo all’Università di Palermo e presidente dell’Otie.
Con loro, una rappresentanza degli oltre 200 volontari – tra associati degli Amici dei Musei siciliani e studenti universitari – sulle cui gambe ha “camminato” la manifestazione. E gli esponenti delle tante realtà coinvolte: la Diocesi; l’Autorità portuale, gli Archivi di Stato, la Fondazione Orchestra sinfonica siciliana; la Fondazione Sicilia, il Simua (Sistema museale d’Ateneo), associazioni e cooperative che gestiscono alcuni luoghi inseriti nel circuito del Festival.
“I numeri della manifestazione –spiega il direttore del Festival, Laura Anello - dimostrano un’enorme domanda potenziale che arriva sia dai cittadini che dai turisti, e il successo di un modello pubblico-privato non profit: il pubblico valorizza il suo patrimonio, materiale e immateriale, sostenendo esclusivamente i costi dell’apertura e della guardiania dei luoghi; il privato struttura e promuove il circuito, usando i metodi della narrazione e della comunicazione innovativa. Non basta che un luogo sia aperto per attrarre visitatori: deve essere raccontato, vissuto, riempito di eventi legati alla sua identità. Questa è la formula de Le Vie dei Tesori, questa è la forza di una manifestazione che vuole parlare a tutti, e non soltanto a un pezzo di mondo già sensibilizzato e culturalmente avvertito. Non a caso il contributo per la visita guidata, contributo che serve a sostenere finanziariamente tutta la manifestazione, va da 1 a 2 euro. I contributi anche quest’anno hanno pareggiato le spese, e questo è un grande risultato. L’auspicio è che il Festival cresca sempre di più e attragga finanziamenti per dare futuro alle speranze di ragazzi preparati e generosi che non vogliono andare via da Palermo e sono consapevoli che, al di là delle frasi fatte, la Sicilia può vivere di turismo e cultura”.