Salta al contenuto principale
Passa alla visualizzazione normale.

In ricordo della prof.ssa Anna Maria Flugy Papè

Ascolta

L’Università degli Studi di Palermo esprime il più sentito cordoglio per la scomparsa della prof.ssa Anna Maria Flugy Papè, docente in quiescenza dell'Ateneo.

 

«Anna Maria Flugy Papè inizia il proprio percorso di studi universitari nel Corso Di Laurea in Scienze Biologiche nel 1969, divenendo, nei primi anni ’70, interna presso l’Istituto di Zoologia. Conseguita la laurea, nel 1972, alcune sopravvenute opportunità la porteranno a svolgere attività di ricerca dapprima a contratto (1973-1979) e successivamente, dal 1980, quale Ricercatore universitario di ruolo per la cattedra di Farmacologia della Facoltà medica - ricordano i colleghi.

Il periodo in Zoologia, che si estese fino al 1973, aveva consolidato precedenti rapporti di consuetudine amicale, maturati in ambito liceale, con il prof. Giacomo De Leo che aveva avviato le proprie ricerche di biologia dello sviluppo proprio presso il medesimo Istituto. Pertanto quando nel 1996 la dott.ssa Flugy, dopo rigoroso quanto gradevole colloquio, richiese di trasferire il proprio ruolo di Ricercatore universitario dall’Istituto di Farmacologia all’Istituto di Biologia, di cui il prof. De Leo era allora Direttore, la richiesta apparve subito positiva: la dott.ssa Flugy avrebbe avuto maggiori e più gratificanti opportunità di lavoro scientifico, mentre l’Istituto di Biologia, allora in fase di sviluppo, acquisiva un ruolo e soprattutto una ricercatrice già formata, di ottima esperienza tecnico-scientifica e di nota serietà. Esperite le necessarie pratiche burocratiche, la dott.ssa Flugy entrò a far parte, a pieno titolo, della struttura “portante” del personale di ricerca dell’Istituto di Biologia. Ella da quel momento percorrerà la sua carriera, fino al pensionamento nel 2013, partecipando con costante operosità allo sviluppo della Biologia e Genetica di Medicina, grazie ad impegno, rigore, serietà, efficaci e fecondi apporti scientifici, culturali ed umani.

La dott.ssa Flugy si è dedicata, con competenza e passione, allo sviluppo delle procedure per la preparazione ed il mantenimento di colture cellulari utilizzate, quali innovativi modelli di studio, in numerose prove sperimentali; nel corso di intense e proficue discussioni, particolarmente con il prof. Riccardo Alessandro, ha contribuito a pianificare, organizzare e verificare nuove ipotesi di lavoro, facilitando la “traslazione” di conoscenze e competenze proprie della farmacologia ai modelli biologici, permettendo così la formazione di un humus idoneo all’arricchimento culturale di tutti i ricercatori del citato Istituto. In tali ambiti la dott.ssa Flugy ha inoltre consentito di strutturare e potenziare specifici laboratori di ricerca, camere “bianche”, etc., mostrando abilità, intuizione e grande attenzione, riuscendo anche a trasferire le proprie competenze grazie ad una impegnativa attività di formazione scientifica rivolta a colleghi, collaboratori, ricercatori più giovani, dottorandi etc.. In Sezione, per tali attitudini, la dott.ssa Flugy era per tutti, così come nei fatti, la “mamma delle cellule”, ma si è anche mostrata una ricercatrice competente, tanto metodologicamente intransigente quanto donna sensibile ed attenta a far crescere e custodire i rapporti interpersonali tra colleghi, studenti in formazione, personale non docente, studenti etc.. Una accorta “mamma” tecnico-scientifica, pronta a supportare i ricercatori giovani e meno giovani (persino distribuendo manicaretti tra un’esperienza e l’altra), ma anche a non fare mancare rimproveri funzionali al corretto andamento di compiti assegnati o semplicemente necessari per una buona riuscita del lavoro scientifico. Comportamenti ed attitudini personali, quelli su citati, che la dott.ssa Flugy ha sempre manifestato ma mai esibito.

Negli anni di servizio ha avuto affidato diversi corsi di insegnamento nell’ambito della disciplina "Farmacologia" per i Corsi di Laurea magistrali in “Medicina e Chirurgia” e in “Biotecnologie Mediche e Medicina Molecolare” e per diversi altri corsi di laurea di area sanitaria tra cui “Infermieristica”, ma anche per il Corso di Laurea Magistrale in “Scienze Biologiche” e triennale in “Biotecnologie” incardinati nella ex Facoltà di Scienze MM.FF.NN (oggi Scuola di Scienze di Base ed Applicate). Inoltre, la prof.ssa Flugy, dal 2005 al 2012, è stata Componente del Comitato di indirizzo gestionale del Corso di Laurea magistrale in “Biotecnologie Mediche e Medicina Molecolare” svolgendo attività molteplici che hanno fornito efficienza e sostegno al corso e grande supporto agli studenti.

Le attività scientifiche condotte dalla prof.ssa Flugy, all’interno del gruppo coordinato dal prof. Alessandro, sono state focalizzate ad ambiti quali: la comprensione dei meccanismi molecolari di segnalazione, attivati dall’interazione tra cellule tumorali e cellule endoteliali (in proposito, con infinita pazienza ed abilità, ha permesso di isolare e caratterizzare una nuova linea cellulare tumorale, dotata di elevata propensione ad aderire a cellule endoteliali, che rappresenta così un utile modello per lo studio della extravasazione tumorale); lo studio del ruolo biologico di nanovescicole rilasciate da cellule di leucemia mieloide cronica nella modulazione del processo angiogenetico e del secretoma di cellule stromali del midollo osseo. Durante tali sperimentazioni ha messo a punto diversi saggi in vitro ed in vivo, permettendo di pubblicare i dati ottenuti in riviste a IF medio-alto.

La prof.ssa Flugy, è stata ricercatrice e docente, rigorosa tanto nelle procedure scientifiche adottate quanto nella gestione dei laboratori, sempre attenta a curare con metodo la preparazione delle lezioni per i suoi studenti. Dotata di una forte carica empatica, riusciva a trovare, con tutti coloro con cui interagiva, un filo di familiarità e di vicinanza emotiva, che la rendeva amabile nei modi e comportamenti. Ricercatrice di grande coerenza e onestà intellettuale, dalle forti convinzioni etiche e civiche, impegnata nel volontariato, che mai ha profittato delle sue personali conoscenze ed opportunità, mantenendo un profilo esemplare di docente, di ricercatore, di donna. È stata pronta all’ascolto, aperta al dialogo, critica con sé stessa e con gli altri, ma sempre pronta a comprendere anche se non disposta a rinunciare alle proprie convinzioni e persino gentilmente ruvida quando non stimava gli interlocutori.

Altruista e femminista fin dalla prima ora, era capace di professare la valenza dei conseguenti comportamenti sociali con il proprio esempio e la capacità del convincimento, affermando i diritti sociali ed individuali, la dignità, l’eguaglianza ed il rispetto per tutte le persone, mostrando con pacatezza e serena convinzione i principi alla base del vivere civile e soprattutto richiamando, con fatti e parole, l’umiltà di rispettare sempre l’Altro chiunque sia, qualunque condizione sociale abbia, qualunque colore della pelle presenti, qualunque religione professi.

Come coloro che hanno ben agito - che hanno insegnato, insieme ai contenuti tecnici, la valenza e la cura dell’individuo e della collettività sociale - ha raggiunto l’immortalità laica, perché sarà improbabile che venga dimenticata».