In memoria della strage di via D'Amelio - L'intervento del Rettore Massimo Midiri
«Domenica 19 luglio 1992, dopo aver pranzato a Villagrazia con la moglie e i figli, Paolo Borsellino, accompagnato alla sua scorta, decise di fare visita alla madre che viveva in via D’Amelio – dichiara il Rettore dell’Università degli Studi di Palermo, prof. Massimo Midiri – Una Fiat 126 imbottita di tritolo e lì parcheggiata venne fatta esplodere uccidendo, oltre al Giudice Paolo Borsellino, anche i cinque agenti della Scorta: il capo-scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi (prima donna della Polizia di Stato caduta in servizio), Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
Paolo Borsellino aveva la consapevolezza che per contrastare efficacemente la mafia serviva non solo la repressione penale, ma soprattutto un radicale cambiamento culturale della società.
“Se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo”. Le parole di Paolo Borsellino sono per i nostri giovani, e per tutti noi, un grande monito di verità e responsabilità.
L’Università di Palermo, in cui come è noto Borsellino si è laureato a pieni voti in Giurisprudenza nel 1962, per il suo ruolo centrale nella formazione delle nuove generazioni, è un fondamentale centro propulsore per la riflessione e per la promozione di una coscienza collettiva vigile e critica.
Siamo profondamente grati a Borsellino e a chi come lui ha lottato, sacrificandosi, contro la mafia per averci lasciato un patrimonio inestimabile: l’affermazione della legalità.
Ricordandolo e commemorandolo oggi con questo segno di nuova vita vogliamo mantenere accesa la memoria e il messaggio di necessaria rigenerazione civile e culturale.
Un gesto simbolico di rinnovata memoria nella piantumazione di un albero per antonomasia secolare: un olivo generato per di più da una talea di via D’Amelio.
Una piantumazione che si rigenera anche nel simbolico messaggio di unire il campus universitario al luogo della efferata e crudele strage per coltivare, preservare e far crescere la memoria nel luogo di studio per eccellenza, rinnovando l’impegno per la legalità.
Per ricordare ogni giorno e ad ogni persona che passerà da qui, in primis alle nostre studentesse e ai nostri studenti, il valore del loro sacrificio e il nostro profondo sentimento di gratitudine».