Il museo Doderlein sede di divulgazione scientifica e dibattito “uomo-lupo”
In occasione della nona edizione di M’ammalia (2017), la settimana dedicata ai mammiferi, il Museo di Zoologia Doderlein del Sistema Museale di Ateneo (SIMUA) di Palermo ha avuto il piacere e l’onore di ospitare Luigi Boitani, Professore Ordinario di Zoologia ed Emerito dell’Università di Roma La Sapienza. Boitani, esperto internazionale in materia di lupi e grandi mammiferi, rivolgendosi ad una platea abbastanza variegata e composta da docenti universitari, studenti e semplici appassionati, ha tenuto una conferenza dal titolo Lupi, orsi e linci: la sfida della coesistenza con i grandi mammiferi. Il nocciolo della relazione è stato incentrato sul difficile rapporto di convivenza tra i grandi carnivori, lupo in particolare, e l’uomo in Europa e in Italia.
Come ha tenuto a precisare più volte l’esperto in materia, in chiave conservazionistica questa convivenza pone agli esperti la difficile scelta di saper trovare e saper gestire un importante compromesso: la condivisione di risorse e territorio tra uomo e fauna. La dicotomia “esigenze biologiche dei grandi carnivori terrestri” ed “esigenze sociali ed economiche delle comunità umane” che vivono, volenti o nolenti, a stretto contatto con loro è appunto un tema caldo che spesso genera estremismi.
La calibratura dell’apparente dualità uomo-carnivori, come ha suggerito lo stesso Boitani, sta proprio nell’enorme adattabilità di questa tipologia di fauna, che ben si presta ad un ipotetico rapporto di convivenza spesso potenzialmente proficuo per entrambi. È un dato di fatto come l’uomo abbia sovente nei loro confronti atteggiamenti intransigenti. Ciò deriva da una sbagliata raffigurazione dei carnivori come minaccia alla integrità dei beni umani: lupi, orsi e linci infatti possono essere una potenziale risorsa per il territorio che li ospita. Tale risorsa, suggerisce lo stesso professore di Zoologia e membro dell’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura (IUCN), può avere notevoli risvolti economici e sociali. Motivo per cui, la conservazione della natura e dei grandi carnivori dovrebbe essere un valore di primo piano dei governi e di tutta la cittadinanza.
In riferimento al modello americano dello Yellowstone, affidando ad esempio il controllo delle densità demografiche degli erbivori proprio ai loro antagonisti, si potrebbero limitare eventuali disastri ecologici provocati da un potenziale sovrappascolo. A questa motivazione prettamente ecologica si aggiunge quella di tipo antropologico e sociale: in un periodo storico intriso da smartphone e intelligenza artificiale un enorme contributo alla comunità può derivare proprio dal turismo naturalistico, spesso innescato dalla curiosità di vivere un’esperienza diretta con la fauna di cui lupi, orsi e linci rappresentano lo stereotipo di eleganza, forza ed elusività.
Anche se ormai da tempo i grandi carnivori non calpestano il suolo siciliano, Boitani ha più volte cercato e voluto un possibile confronto con il contesto isolano, spiegando i pro e i contro di una probabile reintroduzione del lupo in Sicilia. Tema, questo, particolarmente ricercato e apprezzato dagli astanti.
La conferenza, svoltasi in un clima ben lontano dai canoni accademici e nonostante il target, ha visto anche e soprattutto l’inaspettata partecipazione dei più piccoli, intervenuti con curiosità e interesse sia durante l’esposizione che durante il dibattito finale.
Giuseppe Bellomo (Laureato in Scienze Naturali – UNIPA – e blogger)