Il mare che e...
Progetto Il mare che e... (Aut. Dip. Giust. Min. 19.05.2015)
Responsabile e coordinatore scientifico Dott.ssa Garro Maria - Psicologo- Ricercatore in Psicologia Sociale presso la Scuola delle Scienze Umane e del Patrimonio Culturale; Dipartimento di Scienze Psicologiche, Pedagogiche e della Formazione; Università degli studi di Palermo.
Responsabile e coordinatore attività esterne Dott. Puccio Giovanni - Farmacista- Armatore- Presidente Associazione di Volontariato Mondo Costiero - Palermo
MARIA GARRO |
Il presente progetto si presenta come atto ad arricchire l'ambiente ecologico degli utenti dell'istituto penitenziario minorile (IPM), valorizzando tutte le situazioni che esercitano un'influenza bidirezionale su di essi. Estendendo, dunque, gli spazi di applicabilità delle misure rieducative previste per alcune categorie di soggetti, e utilizzando strumenti e materiali non convenzionali quali ad esempio il mare e le barche da pesca, è possibile offrire al minore un supporto nel suo processo di adattamento con ciò che lo circonda.
Obiettivi generali e scopi
Tale intervento tende, nel complesso, ad investire in maniera proficua uno spazio-tempo di riflessione e quindi a porre in essere un modello educativo finalizzato allo sviluppo ed al consolidamento delle risorse interne ed esterne dell'individuo (interazioni e relazioni sociali, apprendimento esterno ai contesti formali; strategie di coping; documentazione del percorso svolto; coinvolgimento del soggetto partecipante-attivo in progetti futuri), utili per il raggiungimento degli obiettivi istituzionali.
In particolare il progetto si prefigge i seguenti obiettivi generali: 1. migliorare lo stato di benessere dei minori; 2. esercitare una funzione rieducativa del minore autore di reato attraverso il potenziamento dell'ambiente ecologico del singolo e dell'istituzione (IPM), ovvero delle situazioni e dei contesti che coinvolgono entrambi attivamente; 3. incrementare le occasioni di incontro e di confronto con il sociale, sia da parte dei minori sia da parte dell'istituzione; 4. favorire l'integrazione sociale contrapponendosi alla discriminazione.
Le attività proposte, inoltre, perseguono i seguenti obiettivi specifici:
1. accrescere nuove capacità d'analisi dei processi di sfida e di confronto stimolando lo sviluppo dei soggetti; 2. acquisire competenze di gestione dell'incertezza; 3. sviluppare la consapevolezza delle proprie potenzialità e delle opportunità offerte dal territorio; 4. accrescere le capacità relazionali dei minori; 5. sviluppare abilità di progettazione e realizzazione di azioni, considerando l'influenza reciproca del soggetto e delle persone con cui lo stesso interagisce; 6. incrementare le potenzialità di ciascun partecipante nella ricerca di soluzioni.
Il conseguimento/raggiungimento dei succitati obiettivi, predispone le basi per la creazione di effetti positivi sia sulle persone che sui contesti. I soggetti attivamente coinvolti, infatti, possono sviluppare nuove strategie di coping, ovvero le modalità di adattamento chiamate in causa quando il singolo affronta un processo di cambiamento dinnanzi ad una determinata situazione; del pari ne gioverebbero i contesti perché lo sviluppo non è qualcosa che accade semplicemente ad una persona ma è un processo dinamico, interattivo che coinvolge tutti i livelli dei sistemi di una società. Cosi come i cambiamenti appropriati nell'ambiente comportano trasformazioni negli individui (Bronfenbrenner, 1979).