Fondo Caronia Roberti
Il Fondo Caronia Roberti è costituito dal materiale d’archivio donato nel 1992 dai figli di Salvatore Caronia Roberti, Giuseppe e Vittorio. Protagonista di primo piano dell’architettura siciliana del ventennio fascista Salvatore Caronia Roberti, nato il 24 gennaio 1887 a Palermo (città nella quale muore il 16 maggio 1970), come Francesco Fichera consuma gli esordi professionali all’insegna degli insegnamenti e dei modi progettuali di Ernesto Basile per poi maturare una personale poetica architettonica, dopo una discontinua deriva neoeclettica, a partire dallo scorcio degli anni Venti fino ai primi anni della Ricostruzione. Ingegnere e architetto, nel 1915 inizia la sua carriera accademica quale assistente di Ernesto Basile (ne avrebbe redatto la prima monografia a tre anni dalla morte), frequenta il Regio Istituto di Belle Arti dopo aver conseguito nel 1910 la laurea presso la Scuola di Applicazione per Ingegneri della Regia Università di Palermo. Ricopre l’incarico di assistente per otto anni presso quella cattedra di Architettura Tecnica della quale sarebbe diventato titolare nel 1937, dopo aver tenuto gli insegnamenti (sempre nella stessa Scuola di Ingegneria) di Complementi di Architettura Generale e di Elementi delle Fabbriche. A partire dalla metà degli anni Venti mantiene stretti contatti sia con Gustavo Giovannoni che con Marcello Piacentini3. I lavori di riordino e di schedatura della dotazione proveniente dallo studio professionale di Caronia Roberti ebbero inizio nel 1993 e portarono alla organizzazione del materiale in quattro sezioni denominate: Raccolta Disegni, Raccolta Fotografica, Raccolta Documenti, Raccolta Modelli4. In queste sezioni sono raccolti documenti (elaborati grafici, schizzi, modelli, fotografie, dattiloscritti, lettere, fascicoli a stampa, volumi e appunti) che testimoniano la lunga e molteplice attività accademica e professionale di Caronia Roberti compresa fra il 1910 e il 1970, oltre ad un piccolo nucleo di tavole di esercizi grafici e di prove ex tempore svolti, fin dal 1905 (sotto la guida di Ernesto Basile, di Giuseppe Damiani Almeyda e di Giovan Battista Santangelo), presso la Scuola di Applicazione per Ingegneri e dopo il 1910 presso il Regio Istituto di Belle Arti.
La Raccolta Documenti, manoscritti e dattiloscritti (ma anche a stampa), raccoglie: testi come Il barocco a Palermo, Una polemica architettonica palermitana, I palazzi e le ville di Palermo, Il Barocco in Sicilia; relazioni e interventi relativi alla attività didattica svolta presso la Facoltà di Architettura di Palermo e rivolta a più generazioni di architetti; corrispondenza con Archimede Campini, Sven Markelius, Luigi Vagnetti, Antonio De Angelis d’Ossat.
La Raccolta Disegni è formata da 1687 elaborati grafici di svariate dimensioni, raccolti in 193 serie, comprensive di disegni a matita, a china, a colori (inchiostri, acquerelli e pastelli) e a carboncino, su carte e cartoncini di vario tipo, su carta da spolvero e carta da lucido. È anche presente un numero rilevante di copie eliografiche, spesso con aggiunte di annotazioni grafiche.5 A parte le poche esercitazioni accademiche e i pochi rilievi, si tratta quasi esclusivamente di disegni di progetti di massima ed esecutivi, definiti a tutte le scale di progettazione, anche con arredi fissi e mobili, con particolari architettonici e strutturali, con studi in dettaglio delle finiture e con eventuali planimetrie a scala urbana6. La Raccolta Fotografica è costituita da 953 fotografie a stampa, di vario formato, riunite in 128 serie; esse risalgono all’epoca di costruzione di ciascuna opera, documentandone le fasi costruttive e l’accrescimento strutturale, le fasi conclusive o le vedute generali a lavori ultimati7. Fanno parte di questa collezione anche le fotografie di diversi elaborati grafici di progetto (non di rado non pervenuti all’atto della donazione, come nel caso di gran parte dei villini stagionali per Mondello) e di modelli, in gesso o di altri materiali, dei quali si è persa traccia (a meno delle tre cappelle gentilizie che formano la Raccolta Modelli).
- Inventario dell'archivio disegni (Boll. della Biblioteca 1993)
- Inventario dell'archivio fotografico (Boll. della Biblioteca 1993)
[3] Si vedano: G. Pirrone, Palermo, Edizioni Vitali & Ghianda, Genova 1971, pp. 94, 95, 102-103, 112,114-115, 132-133; I. Provenzano, Urbanistica e architettura a Palermo fra le due guerre, S. Pezzino Editore, Palermo 1984, pp. 119, 128, 141-145; E. Mauro, Salvatore Caronia Roberti (Sicilia), in R. Bossaglia (a cura di), Archivi del Liberty italiano. Architettura, Franco Angeli Editore, Milano 1987, p. 564; R. La Franca, Salvatore Caronia Roberti:Ingegnere Architetto, in Palermo ..., cit., pp. 210-212; M. C. Ruggieri Tricoli, Salvatore Caronia Roberti Architetto, Edizioni Grifo, Palermo 1987; E. Sessa, Architetti di Sicilia. Salvatore Caronia Roberti, in Architetti di Palermo, Bollettino dell’Ordine degli Architetti di Palermo, V, 2, marzo/aprile 1989, pp. 5-11; L. Crimi, R. Zappulla, Mondello. Sviluppo storico, urbanistico e analisi delle architetture del primo ‘900, Edizioni Grifo, Palermo 1991, pp. 73-90; Salvatore Caronia Roberti. Architetture 1905-1967, catalogo della mostra, Palazzo Chiaramonte, Palermo 2-19 aprile 1996, Palermo 1996; E. Sessa, Il Palazzo del Banco di Sicilia a Palermo, in «Quasar», 17, gennaio-giugno 1997, pp. 107-122; N. G. Leone, E. Sessa, Architettura e Urbanistica tra Ottocento e Novecento, in Storia della Sicilia. Arti figurative e architettura in Sicilia, Vol. X, Editalia – Edizioni d’Italia – Domenico Sanfilippo Editore, Roma 2000, pp. 417, 466, 467; P. Barbera, Architettura in Sicilia tra le due guerre, Sellerio Editore, Palermo 2002, pp. 31, 50, 228-23; E. Mauro, Fondo Caronia Roberti – Dipartimento di Storia e Progetto nell’Architettura, Università degli Studi di Palermo, in «AAA Italia», Bollettino dell’Associazione Nazionale Archivi Architettura Contemporanea, 4, 2004, p. 10; G. Rubbino, L’Archivio Caronia Roberti del Dipartimento di Storia e Progetto nell’Architettura dell’Università degli Studi di Palermo, in «AAA Italia», Bollettino dell’Associazione Nazionale Archivi Architettura Contemporanea, 6, 2006, p. 16; E. Sessa, Salvatore Caronia Roberti. L’architettura dei cinematografi in Sicilia tra modernità soggettiva e vocazione classicista, in «Opus incertum», I, 2, 2006, pp. 88-99; G. Rubbino, La collezione fotografica del Fondo Caronia Roberti, Università di Palermo, in «AAA Italia», Bollettino dell’Associazione Nazionale Archivi Architettura Contemporanea, 7, 2007, pp. 57-58; E. Sessa, Il progetto di Salvatore Caronia Roberti della sede a Parco d’Orléans della Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Palermo, in C. Ajroldi, Per una storia della Facoltà di Architettura di Palermo, Officina Edizioni, Roma 2007, pp. 155-165; A. Chirco, M. Di Liberto, Via Roma. La strada nuova del ‘900, Dario Flaccovio Editore, Palermo 2008, pp. 64,65, 103-105, 108, 109; C. Quartarone, E. Sessa, E. Mauro (a cura di), op. cit., p. 56 e passim, Itinerario IV pp. 4-6, Itinerario V p. 9 e passim, Itinerario IX p. 6-7; M. Iannello, G. Scolaro, Palermo. Guida all’architettura del ‘900, Edizioni Salvare Palermo, Palermo 2009, pp. 78, 79, 92, 96, 106, 116; E. Sessa, Salvatore Caronoia Roberti (Palermo 1887-1870), in P. Barbera, M. Giuffrè (a cura di), Archivi di architetti e ingegneri ..., cit., pp. 94-97.
[4] Il fondo è stato ordinato per la prima volta nel periodo 1993-1997 a cura di Gianluigi Ciotta da un gruppo di lavoro diretto da Eliana Mauro ed Ettore Sessa, coordinato da Zina Balistreri, Gaetano Rubbino e Teresa Torregrossa e formato da Tiziana Coste, Riccardo Hopps, Giusi Lo Tennero, Roberto Manuguerra, Vittorio Noto, Maurizio Oddo, Raimondo Piazza, Roberto Speziale e Rosi Vitale. Preceduta negli anni Ottanta dallo studio analitico di Maria Clara Ruggieri Tricoli (autrice nel 1987 del volume su Caronia Roberti), alla redazione di un primo inventario fece seguito nel 1996 la mostra monografica tenuta nella Sala delle Armi di Palazzo Chiaramonte a Palermo. Nei periodi 2002-2005 e 2008-2011 il lavoro di revisione definitiva e di schedatura scientifica è stato condotto e portato a termine da un gruppo di lavoro diretto da Ettore Sessa, coordinato da Eliana Mauro (Consulente Scientifico) e da Gaetano Rubbino (Assegnista di Ricerca) e formato da Elisa Bono, Daniela Dainotto, Giusi Lo Tennero, Francesca Malleo, Loredana Manata, Patrizia Miceli, Livia Realmuto, Angela Persico, Raimondo Piazza, Giovanni Rizzo, Davide Ventimiglia, Rosi Vitale.
[5] I progetti più documentati, sia tramite disegni sia con fotografie (oppure presso entrambe le rispettive Sezioni), sono in genere i più significativi di questo arco temporale, fra i quali: il Palazzo Napolitano in via Roma a Palermo del 1921; il Nuovo Supercinema Excelsior in via Cavour a Palermo del 1923; il Palazzo del Banco di Sicilia in piazza Archimede a Siracusa del 1925-1929; il Palazzo della Banca d’Italia in via Cavour a Palermo del 1926-1928; la sede dell’Aiuto Materno, in via Noce a Palermo, del 1930-1931; il Palazzo del Banco di Sicilia in via Roma a Palermo del 1931-1936; il Palazzo Pantaleo-Di Stefano-Caltagirone in via Ruggero Settimo a Palermo del 1931-1932; i padiglioni della Prima Mostra Nazionale di Agrumicoltura a Villa Giulia a Palermo del 1932; il Palazzo del Governo e sede dell’Amministrazione provinciale in via Roma a Enna del 1934-1935; il Palazzo Rindone in via Monserrato a Catania del 1936-1937; il Palazzo per l’Impresa di costruzioni dei Fratelli Amoroso in via Cavour a Palermo del 1937; il progetto presentato al Concorso per il Palazzo di Giustizia di Palermo del 1937; il Palazzo degli Uffici della S.G.E.S. nel viale della Libertà (ang. piazza F. Crispi) a Palermo del 1940; la Centrale elettrica S.G.E.S, a Castronovo di Sicilia (Palermo) del 1940; il Palazzo I.C.S. Mangano in viale Regina Margherita a Palermo del 1944-1948.
[6] Lo stato di conservazione non è omogeneo: i disegni su carta da lucido arrotolati presentano spesso strappi ai margini, mentre quelli con applicazioni di retini (relativi alla documentazione più tarda) presentano anche alterazioni delle sostanze adesive; la maggior parte dei disegni su supporto cartaceo non accusa segni di degrado, neanche delle pigmentazioni. Per quanto attiene alla rappresentazione dei progetti, le serie di disegni, che anche in virtù delle dispersioni non sono omogenee relativamente alle tipologie di elaborati grafici pervenuti, contengono in diversa misura schizzi, piante, prospetti (anche parziali), sezioni, assonometrie, prospettive (vedute generali, vedute di scorcio, interni), particolari architettonici e degli arredi, sistemi e dettagli strutturali.
[7] La documentazione fotografica è prevalentemente raccolta in grandi album ordinati dallo stesso Caronia Roberti.