Decreto del Ministro dell’Università e della Ricerca n. 1082 del 10 settembre 2021, con il quale è stato adottato il Programma Nazionale Infrastrutture di Ricerca (PNIR) 2021-2027,
Decreto del Ministro dell’Università e della Ricerca n. 1082 del 10 settembre 2021, con il quale è stato adottato il Programma Nazionale Infrastrutture di Ricerca (PNIR) 2021-2027, il quale fornisce l’orientamento strategico per le politiche legate al tema delle Infrastrutture di Ricerca e definisce ed aggiorna le priorità nazionali. Il decreto prevede di ”Sfruttare il potenziale delle IR come principali promotori di Open Science, fornendo dati FAIR e Open certificati di qualità, sostenendo il loro contributo al successo e all'impatto dello European Open Science Cloud, rafforzando così la capacità delle IR di servire i loro utenti.” e fa un diretto riferimento all alla natura intrinseca di una Infrastruttura di ricerca, le sue politiche di accesso, che, per definizione, devono essere “open access”, ovvero la IR deve dare la possibilità, tramite procedure valutative, di svolgere attività di ricerca a chi ne fa richiesta, imputando, al massimo, costi strettamente connessi ai costi vivi di utilizzo, nel caso non avesse appositi fondi per un accesso “free”. Inoltre, questo criterio deve tener conto anche della FAIRNESS dei dati prodotti, della compliance con lo European Open Science Cloud.”
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Documento nel quale è possibile in più punti rintracciare come l’importanza della scienza aperta e della condivisione di dati, articoli, standard, procedure, strumenti ecc. sia una priorità di base anche nel programma nazionale delle infrastrutture di ricerca (IR). In più punti del programma si fa diretto riferimento all’open science e ai dati FAIR.
Cfr. Paragrafo 3.2 “L’accesso”, pag. 9 “Con l’accesso aperto ai risultati (dati, articoli, standard, procedure, strumenti ecc.) e alle facility, dove svolgere e perfezionare la ricerca, le IR si impegnano a svolgere un ruolo rilevante nell'attuazione della Strategia sulla Scienza Aperta promossa dalla Commissione europea per migliorare la circolazione delle conoscenze e l'innovazione.” Paragrafo 3.4 “Il ruolo delle IR nell’innovazione e le Infrastrutture Tecnologiche”, pag. 13 “Un grande impatto sull'innovazione è atteso dall'apertura dei dati frutto della ricerca di eccellenza ben documentati e supportati da servizi affidabili ed efficaci, processo già avviato nei sistemi open science promossi in ambito EOSC.” Paragrafo 3.5 “Le IR nell’alta formazione” pag. 18 “Oltre che sede di formazione per Università, Enti di ricerca ed Industria, le IR sono anche sede di sviluppo di nuove competenze caratterizzate dalla multidisciplinarietà necessaria al funzionamento delle IR stesse. Questa varietà di competenze origina figure professionali correlate sia al mondo della ricerca (tipicamente ricercatore) che a quello dei servizi e della gestione (tecnologo o manager). Allo stato attuale, tali figure non sono previste dal sistema di ricerca nazionale. In tal senso, un buon esempio è rappresentato dall’Avviso per il finanziamento di progetti di rafforzamento del capitale umano delle infrastrutture di ricerca (D.D. n. 2595 del 24 dicembre 2019), nell’ambito del Piano Stralcio Ricerca e Innovazione 2015-2017, con riferimento al precedente PNIR ed in sinergia con gli interventi già operati nell’ambito dell’avviso di Potenziamento Infrastrutturale del PON RI 2014-2020 (D.D. n. 424 del 28 febbraio 2018). Tale Avviso, infatti, ha finanziato assegni e borse di ricerca, prevedendo attività inerenti alla gestione ed allo sviluppo della governance della IR, ma anche di promozione di reti di collaborazione, con una particolare attenzione all’addestramento in tema di open access e open data.” Paragrafo 4.1 “La prospettiva Europea”, 4.1.3 “Il White Paper dell’ESFRI (Forum Strategico Europeo per le Infrastrutture di Ricerca (European Strategy Forum on Research Infrastructures) ” pag. 16-17 “Il rinnovamento dell’ERA (Spazio Europeo della Ricerca (European Research Area) è fondamentale per la missione che l’Unione si trova ad affrontare e l'ESFRI ha fornito il suo contributo sulle modalità di promozione dell'ulteriore sviluppo di un sistema europeo di IR, ribadendo, nel White Paper, come le IR Europee siano decisive per la nostra capacità di compiere progressi scientifici e promuovere l'innovazione e indirizzando, al contempo, una serie di messaggi chiave ai paesi membri, alla CE e alle IR circa le sfide da affrontare, tra le quali: § Rafforzare la posizione delle IR come pilastro dell’ERA, formando un ecosistema di IR robusto, sostenibile e integrato che punti all'eccellenza scientifica, fornisca servizi transnazionali, sostenga l'istruzione e lo sviluppo delle competenze. § Valorizzare il ruolo delle IR come un investimento veramente strategico, oltre i confini delle singole discipline, contribuendo alle agende strategiche europee e consentendo alla ricerca e all'innovazione europee di affrontare sfide sociali urgenti e complesse. § Sviluppare e sfruttare il potenziale delle IR europee come poli di conoscenza e innovazione, integrato nelle comunità locali, costituendo la base della competitività europea, con impatto regionale e raggio di azione globale. § Rafforzare ulteriormente la coerenza tra priorità e politiche europee, nazionali e regionali per lo sviluppo e il finanziamento delle IR § Sfruttare il potenziale delle IR come principali promotori di Open Science, fornendo dati FAIR e Open certificati di qualità, sostenendo il loro contributo al successo e all'impatto dello European Open Science Cloud, rafforzando così la capacità delle IR di servire i loro utenti. § Utilizzare meglio il potenziale dell'ESFRI per contribuire allo sviluppo di politiche e investimenti coerenti in Europa, in materia di IR, assicurando l'adeguata capacità a tal fine.” 5. “L’aggiornamento delle priorità nazionali” 5.1 “Definizione dei criteri” pag. 24-25 “Completezza delle politiche di accesso Tale aspetto è connesso alla natura intrinseca di una Infrastruttura di ricerca, le sue politiche di accesso, che, per definizione, devono essere “open access”, ovvero la IR deve dare la possibilità, tramite procedure valutative, di svolgere attività di ricerca a chi ne fa richiesta, imputando, al massimo, costi strettamente connessi ai costi vivi di utilizzo, nel caso non avesse appositi fondi per un accesso “free”. Inoltre, questo criterio deve tener conto anche della FAIRNESS dei dati prodotti, della compliance con lo European Open Science Cloud, attualmente nella fase di definizione dei criteri, nonché del numero di ricercatori italiani o stranieri che ne hanno avuto accesso.”