Classifica Censis 2021/2022: UniPa al settimo posto tra i Mega Atenei
«Le recentissime valutazioni della Classifica Censis delle Università Italiane edizione 2021/2022 costituiscono per noi un motivo di grande orgoglio e soddisfazione. Il settimo posto tra i mega Atenei italiani, prima tra le Università del Sud, sopra l’Università di Milano e ad un decimo di punto dall’Università di Torino, rappresenta un risultato eccellente – commenta il Rettore dell’Università degli Studi di Palermo, prof. Fabrizio Micari - Si conferma in primo luogo il ruolo di mega Ateneo. UniPa ha sempre mantenuto un numero di studenti superiore a 40 mila, nonostante l’onda lunga della drammatica emorragia registratasi fino al 2015. La crescita delle immatricolazioni di questo sessennio, particolarmente impetuosa negli ultimi due-tre anni, porta oggi ad un numero di iscritti intorno alle 43500 unità, grazie all’ampiezza e alla qualità dell’offerta formativa, ma anche al continuo incremento dei Corsi di studio ad accesso libero e alle efficaci politiche mirate all’affermazione del diritto allo studio: oggi UniPa offre la più ampia no tax area tra le Università italiane con una soglia di reddito ISEE di 25mila Euro. Andando nel dettaglio delle valutazioni, non possiamo che registrare con grande soddisfazione il primo posto su “Comunicazione e Servizi digitali”, dimostrazione di efficienza e funzionalità del portale web, dei profili social ufficiali e dell’efficienza di risposta restituita da questi canali, ma anche il secondo posto su “Strutture”, dopo l’Università di Bologna, ma ampiamente prima di tutti gli altri Atenei italiani. Strutture significa posti aula, posti nelle biblioteche e nei laboratori, ma anche giudizio positivo attribuito dai laureati su questi servizi. Restano, naturalmente, margini di miglioramento soprattutto per quanto riguarda le voci “servizi” e “borse”, legati alla disponibilità di alloggi, ai pasti erogati ed alle borse di studio per interventi a favore degli studenti. È evidente che l’Ente regionale all’uopo preposto deve fare di più, ma è anche vero che l’Ateneo dovrà nel prossimo futuro rivedere la propria politica occupandosi in prima persona di residenzialità studentesca utilizzando le risorse destinate a tale scopo dal PNRR».