Chi può incorrere nel plagio?
- Tutti coloro che elaborano un testo
- Studenti, laureandi o laureati: nella presentazione di elaborati e tesi
- Personale docente, dottorandi o dottori di ricerca, specializzandi o specializzati, assegnisti, borsisti etc. : nei lavori di ricerca
È usuale che i membri della comunità accademica confrontino le proprie idee e i propri lavori con quelli di altri autori della ricerca. Le interpretazioni di un autore, le sue idee e le parole scelte per esprimerle non sono proprietà di chi legge, ma di colui che le ha elaborate e scritte: per questa ragione sono protette dalla legge e devono essere riconosciute quando le si “prende in prestito”. Lo stesso avviene per quel che riguarda le nostre idee, interpretazioni e parole: è necessario che siano protette. Riconoscere la paternità di un lavoro riguarda l’onestà intellettuale nei confronti di se stessi e degli altri verso i quali siamo debitori.
A qualunque livello accademico ci si trovi (studente/ricercatore/docente etc.) è necessario assicurarsi che il proprio lavoro sia originale e che siano correttamente citate le fonti cartacee o digitali/online di cui si è fatto uso. È utile imparare dall’inizio delle propria carriera universitaria (già da studenti) ad evitare il plagio e a fare uso con sicurezza degli strumenti citazionali: non solo perché il proprio lavoro manifesti lo studio che lo precede e lo sostiene ma anche perché presentato al meglio esso risulterà maggiormente valorizzato.
In fase di studio e di ricerca accademica (redazione di tesi ed elaborati e svolgimento delle prove di esame), fare un uso corretto delle fonti utilizzate richiede consapevolezza dell’importanza del riconoscimento della proprietà intellettuale. A tal fine è utile che il corpo docente trasmetta l’importanza dell’attribuzione corretta del prodotto di ricerca e l’uso delle regole citazionali.