Appello alla comunità accademica italiana
Allarmanti dati di stampa degli scorsi giorni riferiscono dell’arresto, operato in territorio egiziano, di Patrick Zaki, che frequenta in Italia il Master internazionale in Women's and Gender Studies dell’Università di Bologna e che era appena arrivato in Egitto per trascorrervi alcuni giorni ricongiungendosi alla propria famiglia di origine. Nell’esprimere viva preoccupazione per le notizie di violenze e abusi che uno studente del sistema universitario italiano avrebbe subìto nel corso di una detenzione originata da una mera professione di idee, e nella consapevolezza che la libera mobilità di studenti e studiosi costituisce, per il sistema universitario italiano come per l’intero network accademico mondiale, preziosa fonte di ricchezza in quanto strumento di dialogo, di circolazione di idee e di condivisione di saperi, il CIR “Migrare” formula il fermo auspicio che la comunità accademica italiana voglia chiedere alle Pubbliche Autorità di dispiegare ogni azione utile affinché sia concretamente garantito il pieno rispetto della dignità, dell’integrità e delle prerogative individuali delle persone ristrette nella libertà personale e sia riaffermato e tutelato il diritto di ciascuno alla libera manifestazione del proprio pensiero.