ATENEO/Il card. Romeo sollecita affermazione funzione pedagogica dell’Università
“La preoccupante decadenza delle priorità nei valori che fondano la pacifica convivenza umana, anche nel nostro territorio sollecita un’affermazione sempre più convinta e concreta della funzione pedagogica dell’Università come luogo privilegiato di una formazione integrale delle nuove generazioni, che non possono essere private di una visione trascendente del significato della vita, oggi così appannato e confuso, tanto spesso smarrito”.
Lo ha affermato il cardinale Paolo Romeo, nel corso dell’omelia pronunciata in occasione della consueta celebrazione organizzata dalla cappellania Universitaria, guidata da padre Alberto Avi L.C. in preparazione alla Pasqua.
L’Arcivescovo ha così proseguito: “L’Università, quindi, non può limitarsi a impartire delle nozioni secondo i giusti principi e metodi di ogni disciplina e con la dovuta libertà di ricerca scientifica. Essa ha il compito di educare uomini e donne che sappiano ascoltare anche la realtà, prestando la giusta attenzione alle sue problematiche e alle sfide che essa pone, con la volontà di comprenderla e riprenderla, per essere protagonisti del proprio futuro. Per questo motivo vi raccomando: la vostra fede non cammini mai su un binario parallelo alla vita ma sia capace di mostrare tutta la sua forza dirompente, secondo l’espressione usata da Papa Benedetto XVI nella sua visita a Palermo il 3 ottobre 2010, alla Santa Messa celebrata al Foro Italico”.
Alla celebrazione Eucaristica, svoltasi nella chiesa di Santa Caterina, presieduta dal cardinale e hanno preso parte, don Carmelo Torcivia, cappellano della Libera Università Maria Santissima Assunta della Lumsa, il preside della facoltà di Giurisprudenza Antonio Scaglione, i docenti Giuseppe Verde, Franco Viola, Alfio Briguglia e Giuseppe Zanniello, rappresentanti del personale tecnico e amministrativo e tanti studenti.
“Nella cultura si fa tesoro del passato – ha proseguito nella sua riflessione Romeo – perché la cultura è quel bagaglio fondamentale di conoscenze e di pratiche acquisite che vengono tramandate nelle generazioni, di generazione in generazione. Così nella fede si rende indispensabile fare esercizio di memoria. Ricordare è “ri-cor-dare”, ossia “ridare al cuore”, porre nuovamente nel cuore quanto si è sperimentato. Nella fede questo non è soltanto un esercizio intellettuale, piuttosto un’esperienza sapienziale, perché è la sfida di rileggere l’azione di Dio nella nostra vita”.
Quindi ha rilevato come il vivere l’Università può scadere nella superficialità delle relazioni. “Il Vangelo di Gesù ci sprona a passi adulti proprio nelle relazioni, a comprensione reciproca, a stima vicendevole, a tratti di disponibilità e generosità che non si consumano: si vivono. La grandezza nel regno dei cieli è proprio la serietà nell’assumere le parole di Gesù, non soltanto come rivolte a noi in quanto singoli, ma anche come rivolte nell’ambiente universitario che siamo chiamati a fecondare con la nostra testimonianza”.
In conclusione un appello: “Le mie riflessioni che partono da quanto il Signore ha voluto consegnarci oggi nella liturgia, sono rivolte soprattutto ai giovani, ma toccano anche la responsabilità del corpo docente, dei responsabili amministrativi e di quanti – a diverso titolo – custodiscono e accompagnano il cammino universitario”.
Parole di ringraziamento sono state espresse all’Arcivescovo, dal pro rettore vicario Ennio Cardona. “Siamo grati per l’attenzione che il cardinale Romeo mostra nei confronti dell’Università e soprattutto nei confronti dei nostri giovani che in un momento in cui il sistema è in forte crisi hanno difficoltà a riconoscersi. A noi docenti, ci infonde coraggio e speranza per proseguire nella nostra attività di formazione non solo culturale, ma anche umana perché possiamo essere soprattutto maestri di vita”.