ATENEI/Rete di collaborazione interuniversitaria
A seguito di più incontri istruttori, i direttori generali delle undici Università statali di Basilicata, Calabria, Puglia e Sicilia (Lorenzo Bochicchio, Francesco De Domenico, Claudia De Giorgi, Lucio Maggio, Gaetano Prudente, Costantino Quartucci, Francesca Santoro, Fulvio Scarpelli, Roberto Sigilli, Antonio Valenti e Santo Marcello Zimbone), accomunate dalla contiguità territoriale e da contesti, socio-economici affini, hanno istituito una rete permanete di collaborazione interuniversitaria nel complesso ambito amministrativo – gestionale. La rete potrà essere allargata ad altre realtà università con analoghe specificità. L’iniziativa tende a perseguire una serie di obiettivi comuni volti al coordinamento di azioni di carattere strategico da proporre a livello centrale, anche attraverso la condivisione e azione dei Rettori degli Atenei coinvolti; ad uno stabile interscambio di informazioni su esperienze e buone prassi nonché sulle soluzioni o ipotesi di soluzione di singole problematiche gestionali e amministrative, con particolare riguardo alle semplificazioni dei procedimenti; valorizzazione di forme di “impostazione/esportazione” del Know-how maturato in ciascun Ateneo nell’ambito della gestione delle attività di supporto alla ricerca e alla didattica e dei servizi connessi; sistematiche occasioni di confronto. In occasione dell’incontro svoltosi a Reggio Calabria lo scorso 8 novembre, hanno rilevato la necessità di mettere in risalto due specifiche criticità che, allo stato attuale, rendono ancora più complessa e incerta la programmazione delle attività istituzionali. La prima criticità riguarda le notevoli difficoltà a concretizzare efficaci politiche per il reclutamento del personale. Al riguardo, abbiamo pienamente condiviso il contenuto del documento dei Rettori delle Università di Puglia e Molise, diffuso di recente e riguardante il decreto ministeriale con cui è stato assegnato ad ogni Ateneo il contingente di punti organico per l’anno 2013. I criteri di ripartizione penalizzano pesantemente le Università meridionali, ancora più del 2012. Le scarse risorse assegnate rischiano, infatti, l’impegno finora profuso per garantire servizi adeguati a supporto dell’attività didattico - scientifica, ostacolando peraltro, la valorizzazione delle professionalità che, in regime di precariato, hanno accompagnato fin qui la crescita degli Atenei. La seconda criticità riguarda il costo standard unitario di formazione per studente, di cui all’art. 8 del D.lgs. 29 marzo 2012, n.49. “Riteniamo – spiegano i direttori generali - che esso non possa che essere determinato tenendo conto dei contesti economici, territoriali e infrastrutturali in cui ciascun Ateneo è chiamato ad operare; consideriamo, infatti, prioritario fornire adeguata risposta all’esigenza, particolarmente avvertita per l’esiguità delle risorse umane e finanziarie a disposizione, di definire finalmente reali misure perequative tra i vari Atenei che insistono su territori diversi,per un sistema universitario veramente capace di fornire uniformi garanzie di qualità. Esprimiamo l’auspicio che l’iniziativa intrapresa possa raggiungere i risultati prefigurati, tali da incoraggiare ogni proficua forma di collaborazione con il Ministero e con gli altri interlocutori istituzionali”.