ACCORDO/Inclusione sociale, parte un progetto di Università e Comune
Saranno selezionati con un bando pubblico, avviati a uno sportello di orientamento e valutazione di competenze, infine instradati verso una formazione specifica, in stretta relazione con le richieste del mercato del lavoro. Si tratta di duemila e trecento tra giovani disagiati ed extracomunitari residenti a Palermo, protagonisti di un’iniziativa pilota mirata all’inclusione sociale che vede a braccetto il Comune e l’Università, con un budget di 2 milioni e 250 mila euro di fondi comunitari 2007/2013 finanziati dall’assessorato regionale alla Famiglia. Allo Steri, l’avvio del progetto, chiamato “Produrre sociale X fare comunità”, con la firma del rettore Roberto Lagalla e del vicesindaco Francesco Scoma, alla presenza dell’assessore alle Politiche sociali, Raoul Russo, della dirigente dell’Area Ricerca e Sviluppo dell’Ateneo, Patrizia Valenti, dei responsabili del progetto del Comune (Antonio Triolo) e dell’Università (la docente Giovanna Perricone).
Nelle prossime settimane sarà avviato il bando per reperire i duemila e trecento: dovranno avere tra i 14 e i 30 anni i palermitani, tra i 20 e i 44 gli stranieri. “Questa iniziativa – dice Scoma – fa parte di tutta una serie di progettualità che stiamo portando avanti con l’Università, in una stretta sinergia istituzionale che riteniamo strategica”. Aggiunge il rettore: “Il progetto guarda alle esigenze della comunità – dice – che la politica deve sempre ritenere prioritarie, mettendo da parte ogni tentazione di autoreferenzialità. Bisogna dare alla gente cose che si percepiscono, si toccano, migliorano la sua condizione”. Aggiunge Russo: “Si tratta di dare risposte alle esigenze della città in una situazione di bilancio all’osso, e quindi attraverso risorse esterne. Un progetto concreto, che non vuole creare precari, non vuole dare sussidi, ma offrire una prospettiva stabile”.
Ai selezionati si fornirà un complesso di azioni, che vanno dall’accoglienza alla mediazione, dall’affiancamento dell’équipe di servizi sociali al sostegno anche domiciliare per le famiglie, dalla consulenza per determinare le eventuali competenze professionali già acquisite al contatto con imprese operanti nel settore. Successivamente, scatterà la formazione professionale, che consisterà in corsi di lingua italiana, di magazziniere per la grande distribuzione, di operatore socio-assistenziale, di operatore turistico-culturale per minori, di tecnico per l’organizzazione di eventi. Tra l’attività d’aula e le esperienze di lavoro è prevista un’azione di tutoraggio e accompagnamento. “Un progetto complesso – dice Giovanna Perricone – che rappresenta una sfida, e che contiamo possa diventare una best practise. Per questo riteniamo fondamentale l’azione di valutazione e di monitoraggio dei risultati”.