COOPERAZIONE/Successo della mostra “Pantelleria preziosa” Unipa e Pantelleria
Continua con successo l’apertura al Castello della mostra “Pantelleria Preziosa”, nella quale sono esposti alcuni fra i più significativi reperti dell'archeologia pantesca, ritrovati nelle campagne di scavi dell'ultimo decennio. E' stato possibile organizzare questo importante evento grazie ad una convenzione tra il Comune di Pantelleria e l'Università di Palermo che ha previsto uno “stage” all’interno del Master di secondo livello “Storia e Tecnologie dell’Oreficeria” organizzato sotto il tutoraggio della Soprintendenza del Mare. Durante la conferenza di apertura è stato sottolineato come l'iniziativa, nata come piccolo progetto, abbia di fatto preso una connotazione particolare grazie alla completa disponibilità dell'Amministrazione di Pantelleria e di tutto il personale comunale che si è messo a disposizione.
Prima di procedere all'allestimento è stato infatti necessario effettuare una pulizia straordinaria del castello, per troppo tempo abbandonato all'incuria e diventato alloggio di una miriade di uccelli con conseguenze facilmente immaginabili.
A questo vanno aggiunte le “casse vuote” di una Amministrazione comunale appena insediata e la conseguente necessità di lavorare a costo zero. Niente però ha potuto fermare l'entusiasmo e la determinazione di Rosalia Silvia e Vita Angela Accardi, architetti panteschi, e di Roberto La Rocca che in poco tempo sono riusciti a recuperare e riciclare materiale povero utile per l'allestimento. Il risultato ha messo in risalto, in un contesto sobrio ed essenziale, i numerosi “gioielli archeologici” che fanno parte del patrimonio pantesco.
Anche il percorso che ha portato alla progettazione della mostra ha visto la sinergia di più attori, non esclusivamente legati all'ambiente dell'arte e dell'archeologia.
Il professor Giovanni Rizzo, coordinatore del Master di II livello in “Storia e Tecnologie dell'Oreficeria (STOre), del Dipartimento di Ingegneria dell'Università degli Studi di Palermo, ha spiegato l'importanza dell'approccio multidisciplinare negli studi legati ai Beni Culturali e alla conservazione del patrimonio, un approccio che giustifica la presenza allo stesso tavolo di storici dell'arte, archeologi, fisici, chimici e che ha dato vita al Corso di laurea in Conservazione e Restauro dei Beni culturali, unico corso accreditato a formare la figura del restauratore, tenuto in convenzione con l'Assessorato della Regione Sicilia.
“Quando le due allieve – ha detto Rizzo – mi hanno presentato la proposta della tesi di master su un'ipotesi di musealizzazione di reperti rinvenuti a Pantelleria sia a mare che a terra, occupandosi sia del castello quale contenitore della mostra che dei reperti, ho pensato fosse un progetto troppo ambizioso e praticamente impossibile da realizzare. Sono stato piacevolmente smentito, non avendo preso nella giusta considerazione sia la tenacia di queste due allieve, a cui va il mio ringraziamento, sia l'aspetto catalitico che ha determinato questo risultato.
Se infatti oggi è possibile ammirare una mostra con reperti di notevole interesse lo si deve al grande lavoro di anni svolto sul territorio dalle Sovrintendenze e dai ricercatori delle diverse università coinvolte. Una ricerca che ha prodotto una varietà e una vastità di materiali veramente sorprendente. Questa è la dimostrazione che quando c'è entusiasmo nel fare le cose, le potenzialità si esaltano e le risorse si moltiplicano, un risultato ottenuto grazie alla capacità di fare e alla capacità di lavorare insieme da parte di istituzioni diverse”.
Singolare poi l'intervento della professoressa Maria Brai, del Dipartimento di Fisica e Chimica dell’Università di Palermo, che ha parlato delle “Misure fisiche non distruttive per lo studio di ambienti museali e per la caratterizzazione di reperti archeologici”.
Di questo se ne parlerà prossimamente, nell'attesa non resta che visitare la mostra presso il Castello, aperta tutti i giorni dalle ore 18 alle 24.