Evento dell'Accademia di Scienze, Lettere ed Arti
Conferenza del prof. Aldo Gerbino su “Gian Filippo Ingrassia nel fervore della Scienza” terra’ per l’Accademia di Scienze, Lettere ed Arti. Si terrà mercoledì 22 giugno alle ore 16 presso l'aula Capitò della Scuola Politecnica.
Gian Filippo Ingrassia, medico, anatomista (Regalbuto, Catania 1510/12 - Palermo 1580) diede corpo al suo apprendistato umanistico e scientifico a Palermo (1525).
Allievo di Giovan Battista De Petra, si trasferisce, nel 1532, nella università di Padova dove stabilì basilari contatti formativi con i magisteri di Andrea Vesalio, Falloppio, Bartolomeo Eustachio, Fabrizio d’Acquapendente.
Laureatosi nella università di Bologna in medicina e filosofia (1537), dal 1544 al 1546 tenne lezioni di Anatomia e Medicina teorico-pratica a Napoli. Fondatore della Medicina legale, della Teratologia, commentò l’apparato didattico-scientifico del Galeno: a lui si deve la prima descrizione della staffa, ossicino dell’orecchio medio, e delle vescicole seminali, delle ali dello sfenoide.
Nominato, nel 1575 da Filippo II, Protomedico generale di Sicilia, insegnante di Anatomia, riuscì, mentre infieriva la peste su Palermo, con riconosciuta competenza e pregno di valore umano, ad arginare l’avanzata del morbo anche in virtù d’una prevenzione basata sul barreggiamento.
Intuendo il preminente ruolo del contagio si colloca come innovatore dei criteri epidemiologici. In tale drammatica pagina sociale si assistette, inoltre, alla profonda disponibilità dell’Ingrassia a rivolgere attenzioni e amorevolezza verso quel volgo disperato e piagato, consegnando, senza cedimenti sulle regole, tanta umana comprensione, così che il popolo lo invocava, non a caso, con il familiare appellativo di don Filippello.
Chiamato il “Galeno siciliano”, acuto, non venale, ampio di cultura, pubblicò molto e con grande oculatezza scientifica.
Tra le sue opere: Jatropologia (1547), De tumori bus praeter naturam (1552), Galeni ars medica (1574), Informatione del pestifero, et contagioso morbo (1576), Methodus dandi relationes pro mutilatis torquendis (1578), e, postumo, In Galeni librum de ossibus (1603).