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Il rettore Lagalla fa un bilancio della situazione dell’Ateneo

12-ago-2015

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In primo luogo un commento a caldo sui dati Censis che vedono l’Università del capoluogo classificarsi al quinto posto tra i mega atenei con più di 40 mila iscritti e terza per la parte Web. “Non era mai successo prima d’ora. Essere quinti non è motivo di soddisfazione – commenta Roberto Lagalla che ha incontrato la stampa allo Steri per fare un bilancio della situazione attuale dell’Ateneo palermitano – ma di riflessione sull’opportunità delle scelte che sono state adottate e sul lavoro che è stato fatto”.
E se si dice che l’Università di Palermo sia a rischio desertificazione, Lagalla tiene a precisare “che non è così”. Stiamo accompagnando – si legge su Meridionenews – grazie a percorsi studiati, i fuori corso del vecchio ordinamento alla laurea, anche se progressivamente sono proprio quelli che non si riscrivono”. Per Lagalla infatti il 39 per cento dei laureati a Palermo e in Sicilia vanno a lavorare altrove e dal 2012 il numero di iscritti all’Ateneo palermitano è perlopiù invariato.
Tema che trascina con sé quello del recupero del Mezzogiorno. “Sono convinto – prosegue – che il nostro sistema universitario abbia le carte in regola per poter rappresentare il fulcro del ripensamento virtuoso del sud Italia”. Se si pensa poi che le università del Sud hanno perso mediamente il 18,8 per cento del fondo di finanziamento, e quelle del Nord il 7 per cento, ma l’Ateneo di Palermo è persino riuscito a portare avanti un risanamento del bilancio, la situazione non può che considerarsi piuttosto positiva.
Nessuna candidatura a Palazzo d’Orleans per Roberto Lagalla. A smentire le voci secondo le quali il rettore uscente dopo la fine del mandato, in data 31 ottobre, starebbe pensando ad occupare altre poltrone, è lo stesso interessato.
“Leggo che ogni tanto il mio nome viene evocato nelle pagine dei giornali e vedo che c’è chi si diverte a pensare di stoppare delle cose che in realtà non esistono. Devo dire che questa, secondo me, è stata una malizia giornalistica”.
Infine, un messaggio positivo per tutta l’Isola: “Auspico che il futuro della Sicilia possa essere quello che ho cercato di rappresentare in relazione al ruolo potenziale dell’Università. Una Sicilia che possa essere capace di proposta politica e di innovazione”.