"Vucciria" di Renato Guttuso | Info
"Il quadro è una sintesi di elementi oggettivi, definibili, di cose e persone: una grande natura morta con in mezzo un cunicolo entro cui la gente scorre e si incontra. E vuole essere soprattutto, un segno di gratitudine, a livello delle mie forze, per il grande debito che ho nei confronti della mia città." Renato Guttuso
Renato Guttuso dipinge La Vucciria tra il primo ottobre e il 6 novembre 1974. All’epoca Guttuso ha 63 anni, vive a Velate e ha bisogno di tener viva la memoria di quel ben di Dio esposto al mercato. Ma gran parte della merce non poteva essere reperita nei mercati lombardi: veniva così incaricato il fido custode Isidoro di caricare la “robba” sul primo aereo per Milano e da Malpensa, viene poi fatta giungere subito in studio. Storie, ricordi di Fabio Carapezza Guttuso, ma La Vucciria sembra veramente nata tra vicoli e cassette grondanti, su un particolare fondo nero da cui balzano fuori le immagini.
È una grande tela quadrata, 3metri x 3metri, la cui visuale si sviluppa in verticale e alterna l’attenzione dei diversi punti focali ora sui personaggi, ora sulla merce ordinatissima, ora su particolari messi in evidenza. Nella parte alta predominano i rossi e gli arancioni della carne, degli insaccati e della frutta esposta all’interno delle cassette. Nella parte centrale e in quella inferiore, i colori divengono più chiari; a sinistra dominano bianchi, grigi e azzurri del pesce pescato, a destra il verde chiaro e il giallo degli ortaggi, mentre il bianco delle uova richiama l’abito della donna.
La Vucciria è di certo la tela di Palermo, adottata dalla città sin dalla sua nascita, scatenando una guerra tra istituzioni per il suo acquisto, con lettere infuocate tra il Comune e la Regione. Ma fu lo stesso Renato Guttuso a decidere che sarebbe andata all’Università ed esposta allo Steri.