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Lo spazio dei libri - Incontro con l’altro, costruzione identitaria, forme della rappresentazione

18-mag-2020

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  • Biblioteca Sant’Antonino, Università degli Studi di Palermo, piazza Sant’Antonino 1
  • 12 dicembre  
  • 15:30-17:30 I libri tra spazio pubblico e privato
  • 18:00-19:30 Lo spazio dei libri tra narrazione, percezione e relazione
  • 13 dicembre
  • 9:00-11:30 La biblioteca: spazio della memoria, della rappresentazione cinematografica e del dialogo con gli autori
  • 12:00-13:30 Lo spazio dei libri come progetto culturale e pratica di lettura

Presso la Biblioteca Interdipartimentale di discipline umanistiche - sezione I Sede Linguistica, piazza Sant’Antonino 1, nei giorni 12 e 13 dicembre 2019, è stato ospitato il convegno Lo spazio dei libri - Incontro con l’altro, costruzione identitaria, forme della rappresentazione che si inserisce tra le attività del gruppo di ricerca del Dipartimento di Scienze umanistiche coordinato dalla professoressa Elisabetta Di Stefano (FFR 2018 - Identità degli spazi e forme della rappresentazione).

Il convegno ha messo a fuoco lo spazio della biblioteca e l’atto della lettura come luoghi di costruzione identitaria attraverso l’incontro con l’altro. La biblioteca è spazio reale e materiale, volto a favorire il confronto delle idee, ma è anche spazio simbolico, capace di rappresentare e custodire l’identità e la memoria di un’intera collettività. Sempre più oggi la biblioteca non è solo un luogo destinato alla lettura dei libri, ma diviene uno spazio polifunzionale, intergenerazionale e multiculturale volto a promuovere l’inclusione e la formazione di percorsi di cittadinanza attiva. Lo spazio dei libri offre produttivi stimoli di riflessione anche sul piano della rappresentazione artistica e letteraria sia che lo si intenda come luogo fisico di un ordine separato dal caos della vita attiva, sia come luogo immaginario, deputato al dialogo con la voce dell’altro. Lo spazio della lettura, inteso in questo senso, riattiva le voci degli assenti, degli autori antichi riconosciuti come fantasmatiche presenze, mentre lo spazio fisico della biblioteca accoglie la conversazione tra i vivi e i morti, ne definisce le funzioni simbolico-antropologiche, contribuendo a rendere la lettura una pratica identitaria e collettiva, del singolo e della comunità.